L’Onorevole Corda del Movimento 5 Stelle afferma “Come M5Stelle portiamo avanti questa battaglia ormai da anni. A breve la nostra legge approderà in aula. Siamo coscienti del fatto che questo testo non potrà mai soddisfare al 100% tutte le diverse richieste che a vari livelli ci arrivano dal comparto. Perché la legge perfetta non esiste” .
Oltre a rimanere basiti da tale affermazione, che denota lo scarsissimo senso del ruolo che la stessa riveste in un contesto parlamentare dove si dovrebbe discutere non certo di compromessi ma di affermazioni dei diritti inviolabili di persone, che vivono in una società fondata sul rispetto della dignità a prescindere dal proprio status sociale di appartenenza, ci sfugge il senso.
Forse sfugge anche alla deputata che la Costituzione non è un elastico da tirare a proprio piacimento, ovvero durante le campagne elettorali si allunga e dopo al governo si ristringe, adottando frasi di circostanza senza neanche il pudore di smentire se stessa e tutto il movimento di cui fa parte.
Per carità, non vogliamo farne un capro espiatorio, prima di lei lo aveva già fatto la ex Ministra Pinotti, la Onorevole Calipari etc etc. La storia della politica italiana è stracolma di politici con la memoria ballerina.
C’è però un dato di fatto, che il principio di eguaglianza non può essere certo oggetto di compromesso tra partiti, ma un assunto che non transige sulla discriminazione protratta per molti decenni nei confronti di alcuni cittadini, tra cui i militari, specie a seguito della firma e ratifica di una Carta Sociale Europea dove si afferma il diritto ai sindacati anche per i militari italiani e una sentenza della Corte Costituzionale, che come spesso accade si è dovuta sostituire al Parlamento per ratificare in Patria quello che l’Italia aveva già sottoscritto in ambito europeo.
Il testo approvato in Commissione Difesa, complici tutti i partiti sia di maggioranza sia di opposizione è la dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, della decadenza politica della classe dirigente del nostro amato Paese, fatta di tanti venditori di fumo, di menzogne, di promesse mai mantenute, di poca cultura del diritto e della totale mancanza di rispetto verso i propri elettori.
E’ una moda tutta italiana quella delle promesse fatte sul palco del comizio, sia di movimenti che si dichiarano l’antitesi della brutta politica, sia di quelli che vaneggiano il senso dello stato, dove a pagare sono sempre i soliti fessi, ovvero coloro che non possono difendersi da tanta arroganza.
Alla fine degli anni 70, l’istituzione della rappresentanza militare e la sindacalizzazione della Polizia, avvenne dopo un lungo dibattito parlamentare con argomentazioni a cui si poteva obiettare certamente, ma almeno erano fondate su ragionamenti se pur ideologici, almeno pertinenti, come ad esempio il concetto tra militare e forze di polizia ad ordinamento civile, ovvero la Polizia di Stato e l’Italia non aveva approvato la Carta Sociale Europea che invece oggi prevede il diritto ai sindacati per i militari e con il diritto di sciopero in alcuni casi.
La capacità di travisare i fatti ormai ha contagiato nuovi movimenti e partiti nati dalle ceneri della prima repubblica, da una parte ci sono i partiti che hanno racimolato i resti di quelli scomparsi che stanno insieme con la colla, dall’altra i figli degli anni 80 e 90 che non avendo vissuto abbastanza per sapere, costruiscono movimenti nuovi che poi si dimostrano non vecchi ma immaturi, specie quando per garantirsi la propria sopravvivenza, arrivano a compromessi di bassissimo livello.
“E’ nostro dovere garantire un quadro normativo…..” dice la Corda nel suo post. E che vuol dire? Tutti hanno normato nei secoli, democrazie e dittature, ma ci sarebbero dei distinguo da fare o no? Perchè normare per normare a volte è meglio non avere una legge e lasciare gli eventi al buon senso, anche quello dei giudici, che comunque con varie sentenze hanno saputo interpretare lo spirito della Costituzione salvaguardandone sempre i principi cardini.
E lo so è un pò duro come esempio ma era per rispondere alla necessità di una norma, come se fosse una indispensabile ed inderogabile condizione che andava approvata pena chissà quale pandemia o carestia potesse abbattersi sull’italica penisola.
Per farla breve, il testo “abortito” (scusate il termine ma non ne trovo altri) dalla Commissione Difesa, altro non è che l’ennesima pugnalata alle spalle data a quei cittadini, che in divisa e con tutte le limitazioni imposte dal codice penale militare, ogni giorno adempie tra mille difficoltà ai propri doveri, difficoltà in gran parte dovute alle inefficienze della politica (che qui stranamente non legifera) e alla mancanza di controllo democratico (inteso come contraddittorio efficace di un sindacato) che potesse mitigare troppe situazioni lasciate marcire nei cassetti della politica (perchè alla fine la colpa è sempre della politica) che non riesce neanche a dare seguito alle conclusioni di commissioni d’inchiesta parlamentari, vedi uranio impoverito, vaccini, amianto, suicidi e omicidi, si anche quelli.
Non è retorica spicciola, ma sacrosanta verità a cui si doveva dare una risposta in termini di diritto, non di compromesso al ribasso.
Qui non si chiedono soldi o vantaggi, se poi ci mettete che quelli ritornati da ambienti contaminati sono morti senza neanche avere riconosciuta una causa di servizio ed un giusto ed equo riconoscimento alla famiglia, di quali vantaggi stiamo parlando? Dove sono?
Quello che ci aspetta da oggi a qualche anno se non decennio, è una dura battaglia non tanto per riconoscere il diritto a tutelarsi, ma per cambiare una mentalità ed un pressapochismo che fa inorridire.
Il diritto non è e non può essere materia di compromesso, un diritto compromesso non serve a niente, dire “Questa legge non vedrebbe mai la luce senza una larga condivisione tra tutte le forze politiche…..” è lavarsene le mani e la coscienza, perchè fino a prova contraria ci risulta che una maggioranza parlamentare esiste ed approva anche senza il contributo dell’opposizione, quindi assumiamoci le proprie responsabilità cara Onorevole Corda, non l’avete voluta fare una legge seria a rispetto della dignità di persone che oltre ad averne bisogno, ne hanno diritto.
Come si fa ad essere onesti e gridare onestà se poi non si è anche coerenti?
Giuseppe Pesciaioli
Presidente Assodipro
Presidente di ASSODIPRO dal 25 ottobre 2018 a novembre 2020, attualmente Vice Presidente
Laureato in Sociologia Indirizzo Economico ed Organizzativo del Lavoro
Attualmente militare in Riserva