F-35 il PD diviso sul progetto, c’è chi vuole dimezzarlo. Renzi e Pinotti,che ancora non si pronuncia, dovranno decidere!La Marina,sugli F 35,favorita rispetto all’Aeronautica ? da chi e perchè?

Tratto da articolo di Silvio Lora Lamia per analisi difesa : “ Da qui al 2017 e probabilmente anche più in là, l`Italia acquisterà dagli Stati Uniti meno aerei da attacco F-35 del previsto, riducendo così le attività produttive negli stabilimenti Lockheed Martin/Alenia Aermacchi di Cameri e lungo l`intera filiera industriale nazionale coinvolta nel programma. Una conferma indiretta arriva dal Segretariato Generale della  Difesa/Direzione  Nazionale Armamenti attraverso una nota di commento a un articolo pubblicato nella edizione on-line de “II fatto Quotidiano. Nella nota si cita l`esistenza di un nuova pianificazione degli acquisti, che in prima battuta dimezzerebbe il numero di aerei del lotto di produzione “a basso rateo” LRIP-8 successivo ai due (LRIP-6 e -7) cui appartengono i primi 6 aerei già ordinati – portandolo dai 4 esemplari previsti a 2. Prevista anche una riduzione degli aerei del LRIP-9, da 4 a 3. In totale, 5 aeroplani anziché 8.  Nel frattempo continua a far discutere il documento sul tema JSF stilato all`inizio di febbraio da un membro e dallo stesso capogruppo del Partito Democratico nella Commissione Difesa della Camera alla conclusione dell`Indagine Conoscitiva sui sistemi d`arma (che non vedrà un atto finale unitario della Commissione). La memoria, resa nota durante la vìsita nel Golfo Persico dell`allora Presidente del Consiglio Enrico Letta, proponeva il dimezzamento della flotta di 90 fra F-35A e F-35B. Il documento, che ha subito provocato reazioni stizzite oltre Atlantico, non è mai assurto ad atto ufficiale del Partito Democratico ed è anzi stato prontamente bloccato (leggi: cestinato) dallo stesso Esecutivo Letta. Ma tanto è bastato per far uscire allo scoperto le posizioni diametralmente opposte sul dossier F-35 all`interno del maggiore partito di Governo. Ad affrontare la questione saranno ora il nuovo Ministro della Difesa Roberta Pinottì, che non si è mai dichiarata contraria al programma, e in prima battuta lo stesso nuovo premier Matteo Renzi. Sul tappeto resta comunque un possìbile rallentamento degli ordini. Non è detto che venga mantenuta così come era stata prospettata nel momento in cui la pubblicammo, ma i segnali di un progressiva – ancorché limitata nel tempo riduzione dei nostri impegni di acquisto ci sono tutti. Attribuito agli uffici dello Stato Maggiore della Difesa, il nuovo crono-programma di acquisto degli F-35A e -B (questi ultimi afflitti da un nuovo problema: i test di fatica sulla struttura sono fermi da settembre dopo la scoperta delle ultime cricche nelle ordinate di forza della fusoliera), appare più conservativo di quello elaborato a suo tempo da Segredifesa: nel periodo 2014-2019 prevede 11 aerei  in meno, 29 anziché 40. Gli ordini rimandati  verrebbero recuperati a partire dal 2020 col primo dei due contratti pluriennali che il Governo dovrebbe stipulare una volta esaurita la produzione annuale a basso rateo. La nuova  pianificazione sarebbe dettata  da quattro  ragioni principali: 1) gli aerei dei lotti a basso rateo, almeno fino all`8, hanno standard generali più bassi di quelli che seguiranno, e i costi di retrofit incidono non poco nel procurement complessivo; 2) presentano costi d`acquisto più alti; 3) riflettono in misura maggiore le problematiche dello sviluppo del nuovo caccia, che ha appena iniziato a entrare nella fase più impegnativa e si concluderà solo nel 2019; 4) i bilanci della Difesa successivi all`attuale pianificazione triennale (2013-2015) vedranno contrarsi le risorse a disposizione di questo programma, sottoposto oltretutto a una continua contestazione trasversale e “sotterranea” cui secondo indiscrezioni non sarebbe estranea neppure la stessa Finmeccanica. Alenia Aermacchi risulterebbe ancora priva di un business pian che proietti le attività industriali di Cameri oltre i primi 8 assemblaggiA meno di correzioni strada facendo, la revisione della pianificazione degli acquisti di F-35 danneggerà particolarmente l`Aeronautica Militare, che riceverà il primo dei previsti 15 Joint Strike Fighter della versione a decollo corto e atterraggio verticale — per la quale continua a nutrire grande interesse, come ha ribadito in autunno alla stampa estera lo stesso Capo di Stato Maggiore Generale Pasquale Preziosa – tré anni più tardi del previsto, nel 2021 anziché nel 2018. Secondo lo stesso piano a quell`epoca l`Aviazione Navale avrà invece già ricevuto la gran parte -10 su 15 – dei suoi F-35B. Un vantaggio che non farà piacere all`Arma Azzurra, ancora e sempre in conflitto con la Marina per le modalità di una (im)possibile gestione comune delle rispettive flotte di F-35 STOVL.


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