COMUNICATO STAMPA ASSODIPRO
Con l’ordinanza n. 2043/2017, depositata il 4.5.2017, la Quarta Sezione del Consiglio di Stato ha ritenuto rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 1475, co. 2., del d. lgs. 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’ordinamento militare) prospettata dall’Associazione Solidarietà Diritto e Progresso (As.So.Di.Pro) nel giudizio d’appello avverso la sentenza n. 8052/2014 del TAR Lazio che, sulla base della disposizione citata, aveva negato alla parte ricorrente il diritto di costituire associazioni militari di carattere sindacale.
Il Supremo Organo della Giustizia Amministrativa ha ravvisato il palese ed insanabile contrasto del divieto assoluto e generale, per i militari, di aderire o costituire associazioni sindacali o a carattere sindacale con l’art. 11 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e con l’art. 5 della Carta sociale europea riveduta, che tutelano rispettivamente la libertà di associazione e riunione e i diritti sindacali. Accogliendo integralmente le censure sollevate dalla ricorrente, il Consiglio di Stato ha ritenuto che la previsione legislativa di un articolato sistema istituzionale della rappresentanza militare non sia comunque idonea a garantire il nucleo essenziale della liberà sindacale, libertà che presuppone ontologicamente la facoltà di dar vita a forme autonome di rappresentanza anche al di fuori di strutture create ex lege.
La questione è stata dunque rimessa alla Corte costituzionale che, dopo 18 anni, sarà chiamata a pronunciarsi nuovamente sulla legittimità costituzionale di un divieto che incide profondamente sui diritti fondamentali della persona e che, a livello europeo, è stato già ritenuto incompatibile con la tutela della libertà sindacale.
