Il 25 aprile è la Festa della LIBERAZIONE non solo in Italia, bensì anche in PORTOGALLO. Un Fraterno Saluto da Assodipro agli amici delle Associazioni Militari Portoghesi.

Conosciuta come la più lunga tra le dittature europee, il regime di Antonio de Oliveira Salazar ebbe inizio con il golpe del 28 maggio 1926, quando il generale Cremona istituì la prima dittatura militare mettendo fine alla Repubblica portoghese. A prendere però realmente in mano le redini del regime fascista dell’Estado Novo fu, per l’appunto, Salazar nel 1932, che fondò una forma di Stato dichiarata modellata sulla forma del modello sociale della Chiesa cattolica, che rigettava qualsiasi espressione di potere democratico del popolo. Nel 1968 Salazar ebbe un ictus fortemente invalidante che lo costrinse ad abbandonare il governo – la sua morte sarà solo due anni più tardi, nel 1970 -, e a lui successe una nuova dittatura militare presieduta da Marcelo Caetano fino al 1974, quando un colpo di stato pose fine agli anni di dittatura. 
Ancora oggi, che si festeggia il quarantesimo anniversario della Libertà, la Festa del 25 aprile è decisamente sentita. La Revolução dos Cravos sembra essere ancora nella testa e nel cuore di Lisbona, che nella serata di ieri ha organizzato più concerti – nella zona di Praça do Comercio, e di fronte al Parlamento – e fuochi d’artificio. 
La gente portava in mano i garofani rossi, simbolo della Rivoluzione incruenta e pacifica, di quando una fioraia infilò i suoi fiori, i garofani (cravos in portoghese), nelle canne dei fucili dei militari, in un’immagine diventata simbolo della stessa rivoluzione. In città nella notte di ieri risuonava la canzone Grandola Vila Morena, che fu trasmessa da Radio Renascença a Rivoluzione avvenuta, dato che in precedenza era stata proibita dal regime. In questi giorni a Lisbona, inoltre, l’Archivio di Stato apre un’esposizione di manifesti affissi nei giorni successivi alla rivoluzione; ci saranno anche delle mostre itineranti che mostreranno i luoghi pulsanti in cui si sono succeduti gli eventi che hanno portato, due anni più tardi, all’istituzione della Repubblica.
Fonte  retroonline.it  

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