IL VIAGGIO DELLA CAVOUR – VENDITORI DI ARMI TRAVESTITI DA BENEFATTORI. “Il tour delle navi Italiane verrà a costare 20 milioni di euro, di cui 7 a carico dei contribuenti italiani”.

Luciano Scalettari per Famiglia Cristiana scrive : “  I pacifisti contestano la missione della portaerei che in 5 mesi gira tra Africa e Paesi arabi. I promotori: «Fa conoscere iì “made in Italy”».  È proprio così? 
Una brutta storia. Un centinaio di  realtà della società civile si è sollellevato contro l`iniziativa del ministero della Difesa che prevede un  tour del gruppo navale Cavour, impegnato in una “campagna promozionale”  dell`industria bellica italiana insieme ad altre attività, commerciali e umanitarie. Un tour iniziato il 13 novembre, che conduce a tappe la nostra portaerei in 20 porti di altrettanti Paesi africani e arabi, fino al 7 aprile 2014. La prima reazione è stata della Rete italiana per il disarmo (Rid) che ha scritto una lettera aperta al presidente della Repubblica Napolitano definendo “l`operazione-Cavour” «spregiudicata e inaccettabile». In pochi giorni alla lettera hanno aderito più di 100 realtà della società civile, dalle organizzazioni pacifiste alle Ong e alle associazioni di volontariato. Inoltre, una petizione lanciata sulla piattaforma cfiange.orgha raccolto oltre il mila firme. 
UNA MISCELA  DISCUTIBILE. «Sotto lo slogan del recupero di competitivita», dice Giorgio Beretta, tra i promotori del gruppo “Controlliamo il tour della Cavour”, «l`iniziativa mescola una serie di attività che hanno finalità e caratteristiche differenti e che è importante tenere separate. Promuovere la vendita di sistemi militari o sostenere iniziative di tipo commerciale abbinandole a operazioni umanitarie non è infatti un compito che il nostro ordinamento attribuisce al ministero della Difesa o alle Forze armate». Qual è il punto? La nave da guerra va a promuovere «le eccellenze italiane», ma in una “miscela” quantomeno discutibile: da un lato alcune aziende del migliore “made in Italy”, ma dall`altro anche gli elicotteri dell`Agusta Westland, le armi pesanti della Oto Melara, i radar della Selex Es, la missilistica di Eurofìghter. Il tutto sotto un mantello umanitario: Croce rossa italiana, Fondazione Rava e Operation Smile, infatti, curano e operano bambini e malati nei porti asiatici e africani. I promotori dell`iniziativa parlano di “sistema Paese in movimento”, ma chi la contesta fa notare che il tour verrà a costare 20 milioni di euro, di cui 7 a carico dei contribuenti italiani. Non solo. Le nostre “eccellenze militari”», c`è scritto nella petizione promossa da un gruppo di deputati di Sel e Rc, «fanno bella mostra di sé in Paesi dove sono in vigore regimi autoritari e in alcuni di questi sono in corso conflitti armati. L`Africa è l`epicentro di guerre e di povertà immense.
L`impegno dell`Italia dovrebbe andare nella direzione della pace e della diplomazia. Non privilegiare l`industria militare come strumento di politica estera»

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