L’urlo del Marò: Abbiamo eseguito un ordine! Falco ACCAME: “Quale ordine ?” Pinotti dà i numeri della protezione delle navi.

Assodipro Roma : Dopo L’audizione dei due Fucilieri di Marina Latorre e Girone da parte delle commissioni difesa camera di ieri, rimbalzano le parole URLATE da Girone e riproposte in video ( clicca per video ) . 
Innocenti per NON aver commesso il fatto ? Innocenti per aver obbedito ad un ordine ? cosa voleva dire ESATTAMENTE Girone ? a Quale parola data ed a chi si riferisce ? Solidarietà per la situazione da risolvere al più presto; Relativa comprensione per  lo sfogo che non ci appare chiarissimo. Le parole di Girone, sicuramente meditate a Lungo, dovrebbero essere chiarite per non lasciare dubbi di nessun genere.
Falco Accame : MARO’ 2 GIUGNO – AUDIZIONE PRESSO LE COMMISSIONI ESTERI DIFESA 
La morte dei due pescatori indiani Nel corso dell’audizione i Marò hanno dichiarato di essere innocenti perché hanno eseguito un ordine. Ma a due anni di distanza dai fatti non è stato ancora chiarito chi ha dato l’ordine di sparare sul peschereccio indiano e neppure si conosce la natura dell’ordine. E per di più non sono note le regole d’ingaggio, mantenute segrete. Circa la segretazione non si sa chi l’abbia decisa e in base a quali motivazioni. Per inciso l’Autorità autorizzata ad apporre la classifica di segreto è l’ANS (l’Autorità Nazionale di Sicurezza/Segretezza – che non risulta sia stata consultata).
Se i Marò hanno obbedito a un ordine (auspicabilmente legittimo) allora la responsabilità dell’accaduto ovviamente non ricade sui Marò ma su chi ha emanato questo ordine. E ancora, ad oggi, tale questione non è stata chiarita. 
E neppure si sa se di quest’ordine ha tenuto conto la Procura Militare che ha esaminato il caso dei Marò e così pure la Procura ordinaria, ciò tenuto conto del fatto che la Procura militare ha avanzato l’ipotesi di omicidio preterintenzionale, relativamente al caso. 
La gravissima denuncia dei Marò non può essere lasciata senza risposta ed è necessario che prima di procedere ad una eventuale internazionalizzazione della vicenda si individuino in “casa nostra” le responsabilità attinenti al fatto che si è sparato su un peschereccio (disarmato), peschereccio che non aveva manifestato, né poteva manifestare, data la sua natura, alcuna intenzione di abbordaggio alla Lexie. Tutte da verificare le dichiarazioni in data 15 febbraio 2012 del Ministero della Marina. 
Prima di preoccuparci dell’internazionalizzazione bisogna conoscere quali ordini sono stati impartiti direttamente ai Marò (qualora siano stati impartiti) e quanto è stabilito dalle regole di ingaggio (abusivamente segretate) in merito alle condizioni per poter effettuare il fuoco dissuasivo che ha portato alla tragica conclusione della vicenda. Falco Accame
Presidente Seagull e Anavafaf (ed ex Presidente Commissione Difesa Camera)
Marò: Pinotti, bene azione team Marina, protetti 281 cargo – Continua “con efficacia” l'azione dei team della Marina militare imbarcati sui cargo italiani con compiti antipirateria: “in circa due anni di attività, è stata assicurata con successo la protezione di ben 281 mercantili battenti bandiera italiana”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, davanti alle Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, la quale ha comunque aggiunto che “la vicenda che coinvolge i due fucilieri di Marina Latorre e Girone (che facevano parte di questi team – ndr) ci impone di perfezionare costantemente ogni aspetto relativo all'impiego del nostro personale”. (ANSA). 
Falco Accame : Circa la questione del guardianaggio antipirateria è bene tener presente che questo deve essere effettuato non con personale militare ma con personale civile per quanto riguarda navi che operano per interessi commerciali e NON per interessi di Stato. L’impiego di militari al posto di civili ha consentito enormi risparmi agli armatori (vedi quanto venne stabilito per l’operazione Pompeius patrocinata dal ministro La Russa, che dette vita alla legge antipirateria 130/2011 e al Regolamento applicativo D.L. 107/2011) mentre ha gravato il carico per il contribuente, cioè il carico per il bilancio del ministero della Difesa. Inoltre sono stati così sottratti posti di lavoro ai contractors civili affidando il lavoro a personale militare CHE GIÀ AVEVA UN POSTO DI LAVORO FISSO NELLE FORZE ARMATE e, in più, veniva a godere del TRATTAMENTO DI MISSIONE. Si è creata anche un’inaccettabile doppia catena di comando per il personale impiegato nel guardianaggio armato non tenendo presente che su una nave non può esservi che UN Comandante . E UN ufficiale di polizia giudiziaria. Se si inviano militari su una nave mercantile che opera per finalità commerciali e non per finalità statali, il personale militare deve dismettere temporaneamente la sua dipendenza da un Comando militare superiore. Nel caso specifico si tratta di Cincnav, il Comando delle Forze Navali che tra l’altro si trova a terra (e quindi lontano dalla zona di operazioni e quindi non idoneo a controllare le attività in loco, come ad esempio l’identificazione di un natante – tanto che un peschereccio è stato scambiato per una lancia d’assalto dei pirati) nella centrale operativa di Roma-Santa Rosa. 
Il Comando non può essere che unico e la nave commerciale non può trasformarsi in nave semi-militare e semi-mercantile. La distinzione tra navi militari e navi mercantili è del resto messa bene in evidenza nella Convenzione di Montego Bay del 1981 (Unclos), questione che non è stata “incredibilmente” presa in considerazione dalla L. 130/2011. Sembra veramente incredibile che non si sia tenuto conto delle elementari cognizioni più sopra esposte. 
Falco Accame  

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