Mauro e Governo- MENTRE SI TAGLIA IL PERSONALE MILITARE E LE RETRIBUZIONI SONO BLOCCATE si trovano 6 miliardi per la Marina. Industria, Lobby e Vertici ringraziano

PER LE ARMI I FONDI SI TROVANO: 6 MILIARDI PER LE NAVI MILITARI NON SOLO GLI F-35, BLITZ DEL MINISTRO MAURO E LA NORMA È NELLA MANOVRA . 
Solerte e comprensivo nei confronti del grido di dolore degli alti comandi Marinari, il ministro ciellino della Difesa, Mario Mauro,molto  impegnato in questi giorni con il varo DELLA NAVE POPOLARE ( nuova formazione politica/gruppo formata dai fuorusciti da lista civica e l' UDC di Casini )  è corso ai ripari. Al comma 13 dell`articolo 3 della legge di Stabilità ha inserito quasi di soppiatto uno stanziamento monstre che si presume faccia felice lo Stato maggiore marittimo e la società statale Fincantieri che le navi militari le fabbrica, ma che è una specie di bocca di pozzo aperta sui conti pubblici per i prossimi vent`anni: in totale quasi 6 miliardi e mezzo di spesa per “assicurare il mantenimento di adeguate capacità della Marina militare”. In pratica per rinnovare la flotta. Su Mauro hanno fatto breccia le valutazioni e le pressioni del nuovo capo di Stato maggiore della forza navale, l`ammiraglio Giuseppe De Giorgi. Lo stesso alto ufficiale che si è fatto promotore della circumnavigazione dell`Africa e di puntate in Medio Oriente con la portaerei Cavour, vanto della marineria militare italiana, trasformata all`uopo in un bazar itinerante inviato a illustrare le eccellenze del made in Italy. Inteso nella sua accezione più vasta: Nutella, mobili, design, yacht, cavi, pneumatici, sistemi ferroviari. E soprattutto armi, ovviamente. È una decisione grave, soprattutto in considerazione dello stato disastroso della nostra economia e dei conti Pubblici e che sottovaluta la sofferenza acuta di una parte sempre più estesa di cittadini a cui si continuano a chiedere sacrifici e tasse alla rincorsa perenne di sfuggenti parametri di bilancio imposti dall`Europa. Quella scelta è grave anche da un punto di vista politico perché effettuata quasi a ripicca rispetto a una parte del partito di maggioranza, il Pd, che infatti ora soffre in un imbarazzato stato d`impotenza soprattutto per il metodo seguito. Con l`impegnativo stanziamento a favore della Marina militare vengono per l`ennesima volta trascurate le prerogative del Parlamento. E ciò avviene nel momento in cui gli stessi democratici avevano molto insistito perché le scelte sugli investimenti militari fossero riportate nelle aule parlamentari e sottratte alla potestà esclusiva e sostanzialmente insindacabile di ministri e capi di stato maggiore. Quella battaglia politica aveva preso le mosse dalla polemica sulla stratosferica spesa per gli F-35 e si era concretizzata dal punto di vista parlamentare nell`istituzione di una commissione di indagine per verifìcare l`opportunità o meno dell`acquisto dei cacciabombardieri, un`inchiesta poi estesa alla valutazione di tutti i circa 70 costosissimi programmi di spesa militare. L`indagine è tuttora in corso e la conclusione prevista per gennaio . Rispetto a questa impostazione, la decisione del ministro appare come una specie di colpo di mano e di fatto ridicolizza l`attività della commissione di indagine sulle spese militari e più in generale l`iniziativa parlamentare in tema di difesa. Di più: essendo il mega-investimento per la Marina inserito nella legge di Stabilità su cui verrà posta la fiducia in Parlamento, esso è di fatto sottratto a qualsiasi possibilità di modifica da parte dei senatori. 

liberamente tratto da articolo di Daniele Martini per ilFattoQuotidiano – Per le armi i fondi si trovano: 6 miliardi per le navi militari –

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