Nessuna intesa tra governo e sindacati.

Cgil e Uil confermano lo sciopero generale del pubblico impiego contro la spending review per il 28 settembre. La decisione è stata annunciata al termine del tavolo di confronto tra le organizzazioni sindacali e il ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi. Sciopero anche per Ugl, dopo la riunione di segreteria con le categorie. La Cisl, invece, non aderirà. Il segretario confederale

del sindacato di via Po, Gianni Baratta, ha motivato così la decisione: “Non partecipiamo perché vogliamo affrontare tutti i temi dei tagli con il ministro e stabilire un confronto negoziale”.

Se i sindacati annunciano lo sciopero del pubblico impiego, il ministro Patroni Griffi getta acqua sul fuoco: la riorganizzazione della pubblica amministrazione prevista con il provvedimento sulla spending review “non avrà nulla di traumatico – spiega il titolare della Funzione pubblica al termine del confronto con le sigle sindacali -. Serviva ad aprire un percorso complesso di riorganizzazione della pubblica amministrazione e riallocazione delle risorse umane”.

“Indipendentemente dalle decisioni dei sindacati – aggiunge Patroni Griffi a proposito dello sciopero annunciato per il 28 settembre da Cgil e Uil – credo che sia opportuno che a questo percorso, senza forme di consociativismo, partecipino anche i sindacati con un confronto leale e serio”. Infine, secondo Patroni Griffi, “al 31 ottobre sapremo quanti saranno gli esuberi”.

Per il ministro, il numero di 11mila esuberi nelle amministrazioni statali è una “fotografia dell'esistente” da verificare alla luce delle piante organiche e delle compensazioni tra servizi. Durante l'incontro con i sindacati a Palazzo Vidoni, Patroni Griffi ha confermato che non ci saranno interventi sulle tredicesime degli statali, ma il ministro non è stato in grado di “escludere licenziamenti”.

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