SENZA DIRITTI siamo SOLO SCHIAVI

Riceviamo e pubblichiamo un articolo datato, ma sempre attuale, di Michele Fornicola che ringraziamo sempre per il suo prezioso contributo.

Per svolgere la loro regolare e ordinata attività in un quadro giuridico omogeneo e coerente, i sindacati dei militari (1)  necessitano del preventivo assenso del Ministro della difesa cui risale la competenza (di natura politica) nell’adozione del relativo provvedimento.

I Sindacati dell’Arma,  da sempre cercano di perseguire l’obiettivo di partecipare a tutte le fasi della contrattazione; di rappresentare, promuovere, tutelare in ogni sede, anche giurisdizionale e amministrativa, gli interessi morali, economici, normativi, professionali, previdenziali e assistenziali dei Carabinieri di ogni ruolo e categoria (attività che rientrano tra le finalità dei relativi sodalizi).

Nell’attesa di un mirato intervento legislativo, il Ministro della Difesa (pro tempore)  ha preso atto delle criticità che limitano di fatto il pieno esercizio dell’attività di rappresentanza: problematiche anche di natura logistica (segue racconto del mio caro diario del giorno 04 maggio 2019) e legate, fra l’altro, alla possibilità di incontrare il personale per illustrare le principali finalità associative ecc.. Per questo motivo sono state fornite indicazioni per consentire la piena funzionalità ai “Sindacati” precisando che le richieste, anche informali, per svolgere attività sindacale all’interno delle caserme dell’Arma dei Carabinieri, rientrano nel quadro normativo. Anche le correlate disposizioni ministeriali, già diramate, contemplano la possibilità di essere ascoltate dalle Amministrazioni di riferimento a livello Comando Generale/Segretariato Generale della Difesa, sulle materie di interesse.

Nonostante le reiterare richieste di avvio del flusso informativo, è ancora IMpossibile esercitare una “regolare e ordinata attività in un quadro giuridico omogeneo e coerente”; IMpossibile esercitare e concretizzare il principio del “contraddittorio” con l’Amministrazione.

Le modalità previste dalle disposizioni vigenti, ad esempio per la Rappresentanza Militare, richiederebbero che il COCER sia interessato:

  1. preventivamente per il parere di competenza, qualora le stesse assumano carattere modificativo o, comunque, innovativo rispetto alle direttive interne cui si riferiscono;
  • Per opportuna informazione, quando abbiano contenuto meramente interpretativo e rivestano effettivamente interesse di carattere generale.

Nella mia breve esperienza, posso affermare che questo NON accade neanche al CoCeR/CC.

Tralasciando la “colpevole inerzia del COCER CC” sembra opportuno sottolineare che solo attraverso la piena applicazione alle direttive del Ministro della Difesa sarà possibile garantire quelle condizioni minime per poter esercitare concretamente  la propria funzione rappresentativa, ovvero essere ascoltate dai vertici di F.A.. ma nel rispetto del “principio inalienabile del contraddittorio”. In mancanza delle suddette condizioni, gli interessi da tutelare non possono prendere forma nell’interlocuzione che è riconosciuta come sono riconosciute anche le tematiche che possono essere oggetto di confronto e che hanno valenza a carattere generale o di interesse generale, se riferite ad un ambito locale (2).

L’indispensabile accesso alle informazioni è la condizione minima per avere cognizione assolutamente completa di quanto è contenuto nelle disposizioni emanate, di come siano state trattate le materie che rientrano nella competenza “sindacale”. L’assenza di questo fondamentale presupposto genera, da parte del Comando Generale dell’Arma, l’IMpossibilità di un giusto confronto o, comunque, di essere ascoltati all’interno di una cornice che salvaguardi il fondamentale “Principio di parità” nella partecipazione delle parti, oltre alla “conoscenza”, alla “assoluta conoscibilità degli atti (3).  

L’appello, doveroso, credo vada rivolto anzitutto al Ministro della Difesa: affinchè si adoperi il più presto possibile in modo che siano finalmente applicate almeno le direttive già emanate a  garanzia della capacità  delle Organizzazioni sindacali dei militari, di poter esercitare la loro funzione, di rappresentare, promuovere, tutelare in ogni sede, anche giurisdizionale e amministrativa, gli interessi morali, economici, normativi, professionali, previdenziali e assistenziali dei Carabinieri di ogni ruolo e categoria.

  • Sindacati = abbreviativo di “Associazioni professionali tra militari a carattere sindacale
  • vigilanza sulla corretta applicazione delle norme: sussiste il diritto dell’organizzazione sindacale ad esercitare il diritto di accesso per la cognizione di documenti che possano coinvolgere sia le prerogative del Sindacato quale istituzione esponenziale di una determinata categoria di lavoratori, sia le posizioni di lavoro di singoli iscritti nel cui interesse e rappresentanza opera l’Associazione.
  • il percorso di attivazione delle competenze dell’organo di rappresentanza, tra cui va, senz’altro, compreso anche il diritto di accesso, attesa la natura strumentale ed accessoria dello stesso;
    • la compiuta conoscenza degli atti amministrativi si realizza rendendo possibile il controllo degli amministrati sugli atti che li riguardano;
    • l’Amministrazione detentrice dei documenti amministrativi direttamente riferibili alla tutela di un interesse personale e concreto, non può limitare il diritto di accesso, se non per motivate esigenze di riservatezza;
    • Il diritto di accesso, dunque, consente una indefettibile tutela accessoria dei soggetti che interloquiscono con le pubbliche amministrazioni, nel presupposto che i soggetti titolari di interesse giuridicamente qualificato non abbiano altra possibilità per conoscere il contenuto dei documenti amministrativi;

SINDACATI DEI MILITARI

Scopo e natura

(NEL RISPETTO DELLE NORME DI LEGGE E DEI REGOLAMENTI, LA CURA DEGLI INTERESSI DEL PERSONALE MILITARE RIENTRA

ANCORA FRA I DOVERI DI OGNI COMANDANTE..)

Il Sindacato Italiano Militari – Carabinieri “SIM” si è recentemente accontentato di chiedere una “Sala riunioni per la presentazione dei programmi dell’Associazione”. Per ora, la richiesta non ha trovato accoglimento tenuto conto dell’attuale quadro regolamentare di riferimento ma, nel frattempo, sono state chieste le relative determinazioni da parte del Ministero della Difesa.

MA…. SE NON VI È LA DISPONIBILITÀ DI SPAZI MURALI E DI LOCALI PER ATTIVITÀ SINDACALE… SE NON VIENE CONCESSO L’USO GRATUITO DI UN LOCALE DA ADIBIRE AD UFFICIO

SINDACALE….SE NON VI È LA POSSIBILITÀ DI SVOLGERE LE ATTIVITÀ SINDACALI…

DI QUALI DIRITTI E DI QUALI PREROGATIVE STIAMO PARLANDO ? Per quale motivo iscriversi ?

Per poter svolgere le attività sindacali è necessario provvedere in modo che, al livello provinciale, si assegni, in via esclusiva, un locale per attività sindacali.

Al contrario, vi sarebbe un grave danno all’immagine ed al prestigio delle OO.SS che sono già state “autorizzate” dal Ministro della Difesa sulla base di uno “statuto” che contempla, nella struttura organizzativa territoriale, le “Segreterie Provinciali”.

La materia, ad esempio, per la Polizia di Stato è regolata dall’art. 92 della Legge 121/1981 che statuisce in materia di Disponibilità di spazi murali e di locali per attività sindacali ed in particolare, quanto ai “locali per attività sindacali”, che A ciascuna delle organizzazioni sindacali a carattere nazionale maggiormente rappresentative sia concesso, nella sede centrale ed in ogni provincia, l’uso gratuito di un locale da adibire ad ufficio sindacale, tenuto conto delle disponibilità obiettive e secondo le modalità determinate dall’amministrazione ….

Stante quanto sopra e, per arrivare a vivere il rapporto con il lavoro e l’impegno rappresentativo con il dovuto agio, anche i Sindacati dell’Arma dei Carabinieri dovrebbero attivarsi presto, con convinzione e determinazione formalizzando in quel senso la richiesta di assegnazione di idonei locali da adibire ad uffici sindacali.

 “la concessione dell’uso gratuito di un locale da adibire ad ufficio sindacale” non è una “gentile concessione”. La sua applicazione rientra fra i diritti fondamentali per poter espletare pienamente le proprie prerogative sindacali.

Rimango convinto che l’obiettivo di ottenere l’assegnazione esclusiva di un idoneo locale presso ciascuna provincia, debba essere considerato prioritario, di fondamentale importanza e ricercato con maggiore convinzione.  

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