Colonnelli e Generali Tutelati dal Quirinale sui tagli derivanti dalla riforma della Pubblica Amministrazione.

Tratto da articolo di Andrea Bassi per il Messaggero – Braccio di ferro su toghe e militari, cambia ancora la riforma della Pubblica Amministrazione.     
IL CASO ROMA Montato, smontato, rimontato, diviso, riassemblato. Il parto della riforma della Pubblica amministrazione si sta mostrando più difficile del previsto. Se il testo verrà pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, e il condizionale è ancora d`obbligo perché la data potrebbe   ancora slittare, saranno esattamente dieci i giorni passati dal consiglio dei ministri di venerdì 13 che ha approvato il provvedimento. Il testo, nonostante le rassicurazioni del governo, ha dovuto affrontare, e sta ancora affrontando, una vera e propria «vivisezione» da parte degli uffici giuridici del Quirinale. I colpi di bisturi del Colle si sono concentrati soprattutto sulle norme in materia di pensioni e di incompatibilità inserite all`interno della riforma. A cominciare da quella sull`abolizione del trattenimento in servizio che, applicata ai magistrati, avrebbe di colpo abbassato da 75 a 70 anni l`età del ritiro per i giudici lasciando scoperti oltre 400 posizioni, molte di vertice, nella macchina giudiziaria. I magistrati, con la sponda del Quirinale, avevano chiesto un periodo di transizione fino al 2017 prima di far entrare in vigore la norma. Il governo si è fermato al 2016, ma ha accettato un altro «suggerimento», quello di far valere questa finestra non soltanto per i giudici che rivestono incarichi direttivi, ma per tutti.
LE ALTRE ECCEZIONI C`è un`altra categoria che, dopo il confronto con il Colle, è stata messa al riparo dalla cesoia calata dal governo sulla burocrazia: quella dei militari. Nell`ultima versione del provvedimento è spuntata all`improvviso una norma che fa salvi fino al 2016 i collocamenti in ausiliaria e i richiami in servizio delle Forze Armate. Di che si tratta? Di un modo riconosciuto dal codice militare di permettere a chi è andato in pensione di continuare a prestare il suo lavoro, incassando anche una indennità, nei vari corpi. Generali, colonnelli, tenenti, andati in pensione ma inseriti nelle liste di ausiliaria, possono essere richiamati e prorogare la loro permanenza al lavoro fino a 67 anni. Il decreto del governo li avrebbe obbligati tutti a lasciare i loro posti il prossimo 31 ottobre, data entro la quale, dice la riforma, dovranno cessare i trattenimenti in servizio.

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