Crisi Siriana – Damasco: ''Ci aspettiamo attacco in ogni momento ma siamo pronti a rappresaglia'' – Putin: ''Accuse Usa sciocchezze assolute''.

(Adnkronos/Dpa/Ign) – Sesta nave da guerra Usa nel Mediterraneo orientale. Putin: ''Accuse Usa sciocchezze assolute'' Ispettori Onu lasciano la Siria e arrivano in Libano. Ribelli: ''Ucciso responsabile del massacro con armi chimiche''. Obama: “Non ho ancora deciso, valutiamo azione limitata”. Bonino ''Rischio di deflagrazione mondiale''. Il team di ispettori Onu incaricati di investigare sul presunto uso di armi chimiche in Siria ha lasciato Damasco ed è arrivato in Libano. Alla tv di Stato siriana è stato letto un comunicato del ministero degli Esteri di Damasco in cui si sostiene che le prove diffuse dall'intelligence Usa non sono altro che “falsità”. “Ciò che l'amministrazione Usa definisce come prove inconfutabili altro non sono che leggende trite che i terroristi (i ribelli ) stanno diffondendo da più di una settimana: sono falsità assolutamente inventate”, ha sottolineato il regime. Inoltre una fonte della sicurezza di Damasco, citata dall'emittente 'al-Arabiya', ha detto che il regime siriano si aspetta un attacco “in qualsiasi momento”. ''Ma siamo pronti alla rappresaglia”, ha precisato la fonte
La San Antonio, una delle navi da trasporto anfibio della Marina Militare Usa, si è unita alla flottadi cinque cacciatorpedinieri Usa armati di missili da crociera Tomahawk e quattro sottomarini nucleari già presente nelle acque del Mediterraneo Orientale. I cacciatorpedinieri sono la Gravely, la Mahan, la Barry, la Stout e la Ramage. La San Antonio può trasportare fino a 800 marines ed è dotata di mezzi da sbarco ed elicotteri. Il presidente russo Vladimir Putin ha bollato le accuse statunitensi al regime siriano riguardo l'uso di armi chimiche come “sciocchezze assolute“, secondo quanto riporta la Bbc. Mentre per il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, un eventuale intervento militare in Siria dovrebbe avere l'obiettivo di far cadere il regime di Bashar al-Assad. L'azione militare, ha affermato Erdogan incontrando i giornalisti ad Ankara, “non può durare 24 ore”, sul modello “colpisci e scappa”. “Ciò che importa – ha sottolineato – è fermare il bagno di sangue in Siria e indebolire il regime fino al punto di farlo cadere”. Per il ministro della Difesa, Mario Mauro, un'eventuale intervento degli Stati Uniti o della Francia in Siria prima di un pronunciamento delle Nazioni Unite sarebbe come un segnale ad Assad e non una vera e propria guerra. “L'eventuale intervento – ha spiegato – andrebbe collocato nell'ambito e nei limiti di ciò che questi stessi Paesi hanno detto, e cioè di un intervento che sia una sorta di segnale alla dittatura di Assad che non si intende tollerare l'uso delle armi chimiche. Di questo bisogna parlare e non piuttosto di una guerra vera e propria”.

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