Tra i Diritti negati , compressi, o ai quali vengono frapposti mille ostacoli , ai militari, uno degli aspetti non secondario è quello all’accesso delle tutele e diritti per le donne militari mamme ed anche dei padri militari, e comunque a diritti riconosciuti a tutti i lavoratori che hanno famiglie.
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A cura di Assodipro Nazionale
riceviamo e pubblichiamo una interessante lettera di una donna Carabiniere .
Ogni volta che compilo un modello dei Carabinieri di qualunque tipo mi chiedo perché siano formulati
solo ed esclusivamente al maschile, fino al modello A30, dove si chiede se il militare sia celibe o
ammogliato, e provocatoriamente lo lascio in bianco, non sono né l’uno né l’altro, il mio stato civile, oltre
a non essere rilevante per il diritto al pasto, non ha una dicitura moderna, attuale e realistica, ma sto
scoprendo che l’Arma dietro una facciata di modernità e trasparenza nasconde un’animo vetusto e
ancorato a pregiudizi discriminatori.
Leggendo qua e là mi sono spesso imbattuta nei racconti di colleghe, madri, lavoratrici, mogli e
Carabinieri; racconti spiacevoli, pieni di delusione, amarezza e rassegnazione.
Una collega racconta di avere problemi col comandante, relativi alle assenze per la maternità, e si ritrova
con le note caratteristiche abbassate (inferiori alla media) solo perché è stata assente per la maternità;
sentirsi dire di essere un peso solo perché si sceglie di diventare madri con delle necessità e dei diritti,
spesso negati, è doloroso. Donne che devono rinunciare al diritto all’allattamento, diritto del bambino,
non della madre, per poter avere dei turni vagamente compatibili con i servizi per l’infanzia, donne che
ricevono richiami formali perché assenti per congedo parentale per fare le madri ai figli in età prescolare.
Comandanti di stazione criticate per aver scelto di essere anche madri. Le vessazioni, le pressioni
psicologiche sono innumerevoli e talmente sfaccettate da non poter essere analizzate come
meriterebbero.
Il primo pensiero superficiale fa pensare ad una discriminazione sessuale, mentre la discriminazione è
verso i fedifraghi, che tradiscono l’Arma per dedicare una parte delle proprie risorse alla famiglia,
prendendosi cura dei figli, i padri sono agevolati nello svolgimento dei turni? nella storia dell’Arma la
famiglia del Carabiniere è composta da una moglie casalinga che sostiene devota il proprio marito, e
accudisce i figli con la stessa devozione con cui l’uomo di casa ama l’Arma.
Le donne sono entrate nell’Arma nel 2000, a seguito dell’innovativa norma che ammette le donne al
servizio militare volontario, ma restano una percentuale minima per avviare un movimento di
svecchiamento e cambio di rotta in merito alla reale parità; parità che, a parer mio, deve esprimersi
soprattutto nell’opportunità di carriera, formazione e crescita professionale di ciascun operatore.
Uomini e donne sono molto diversi, sia nel potenziale fisico che emotivo, ma non per questo trovo giusto
che ci siano dei limiti alla crescita professionale di ciascuno di noi.
L’Arma dal 2000 ha arruolato qualche migliaia di donne, e nel 2017 ha assorbito le dipendenti del Corpo
Forestale dello Stato, circa 2500 unità di ogni ordine e grado, ritrovandosi tra le fila le prime donne
generale della storia dell’Arma, nonché i primi brigadieri donna.
Ho sentito per la prima volta la discriminazione sulla mia pelle quando ho esposto un problema relativo
alla disponibilità volontaria per un’attività di servizio da svolgersi nel weekend, sono una lavoratrice,
sposata, mio marito, collega militarizzato come me, lavora e nostro figlio il sabato e la domenica non va
a scuola, non abbiamo una rete di sostegno per gestire una eventuale assenza da casa in simultanea,
abbiamo scelto insieme di lavorare in due strutture con diversa articolazione oraria: io in un ufficio e lui in
un reparto operativo, proprio per evitare la sovrapposizione nei giorni festivi ed offrire una certa stabilità
a nostro figlio. Ho sentito delle lamentele in merito alla pianificazione delle ferie , ma non ho sposato l’Arma, ma “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi, di adempiere ai doveri del mio ufficio nell’interesse dell’Amministrazione e dei cittadini per il pubblico bene” e la famiglia è uno dei valori costituzionali.
L’Arma, troppo possessiva per farti amare una persona