Guido Bottacchiari CoCeR AM-Prime trombe e direttori d' orchestra!– Altro che scivolo d’oro per i Militari-“Militari senza diritti sindacali e tutela–Nessuno parla della riforma farlocca.

 a cura di Guido Bottacchiari 
Sono giorni che personaggi eminenti del panorama politico , economico e cattedratico si esercitano al tiro allo “scivolo d' oro”, strumento di prepensionamento pensato dal Governo attuale per gestire le previste eccedenze di militari nel periodo transitorio di attuazione del processo di Riforma dello Strumento Militare derivante dalla L. 244/2012 , legge di iniziativa governativa nata durante il governo tecnico presieduto dal Prof. Mario Monti .
Gli ultimi in ordine di tempo sono stati il giuslavorista Sen. Prof. Pietro Ichino ed il Dott.Giuliano Cazzola gia sindacalista ed onorevole, entrambi aderenti al movimento Scelta Civica , forse dimentichi di chi ha proposto la legge.
Comunque son felice. Auspicavo da tempo un risveglio delle coscienze civiche , al fine di portare il dibattito sulle questioni riguardanti il nostro mondo fuori dagli “angusti” spazi autoreferenziali delle Caserme.
Credo però che tale interesse non si dovrebbe limitare ad un fatto seppur importante come quello enunciato ,derivante da un processo epocale di riforma, ma che debba invece rivolgersi all' esame ed una approfondita analisi del “pianeta militare” specie dopo che il nostro modello di Forze Armate è divenuto “professionale”. 
Dovremmo ad esempio parlare dell’annosa questione dei ” diritti negati” ai militari , questi sì imprescindibili per un ammodernamento in senso veramente democratico delle Forze Armate. 
Ai militari italiani, infatti, al contrario di quanto avviene in molte parti d' Europa , è per legge imposto il divieto di costituire o iscriversi ad associazioni professionali di natura sindacale e che per di più è vietata loro la libera costituzione di associazioni fra militari in barba ai più elementari diritti Costituzionali (Artt. 2,18,39 e 52) e della CEDU( artt. 11 e 14).
Tale impedimenti hanno portato nel tempo alcuni di noi a ricorrere dapprima al T.A.R del Lazio , poi alla Suprema Corte Costituzionale ,che con una sentenza in chiaroscuro ( n. 449/1999) , ha dichiarato non fondata la questione di incostituzionalità e recentemente ad un ricorso in sede di Corte Europea Dei Diritti Dell' Uomo a Straburgo di cui si attende la sentenza a breve.
Dovremmo poi interrogarci sulla necessità ,opportunità ed economicità della permanenza di una giurisdizione speciale per i militari , di una riorganizzazione sistematica dei codici penali militari in tempo di pace e di guerra e sulla loro attualità rispetto agli interventi extraterritoriali delle nostre FF.AA. su mandato di varie organizzazioni sovranazionali ( caso Marò ) , della attualità di esecuzione di ordini legittimi e illegittimi e sulla opportunità che il militare continui ad eseguire quest' ultimi nel caso non risultino manifestamente reato , sulla opportunità che la Difesa del Paese sia definita nei sui tratti essenziali attraverso linee chiare e sopratutto sottoposte all' approvazione Parlamentare , sull' applicazione vera del principio di trasparenza dell' azione amministrativa anche in un difficile ambito come quello militare , sicuramente di organici di militari e di bilanciamenti tra gradi ma anche di spese militari per armamento utili e meno utili e in linea con il dettato costituzionale di difesa dello Stato e forse di moltro altro ancora .

Invece stiamo sulla notizia , anzi “stanno, le prime trombe” unicamente sulla notizia “scandalistica” dello scivolo quasi come per un riflesso pavloviano all' agitarsi delle bacchette dei tanti direttori d' orchestra ( chi sono ? ognuno è libero di pensare a chi crede)……

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Tutti a parlare di sbilanciamento dei costi del bilancio della Difesa sul fronte delle spese per il personale senza conoscere(?) neanche i dati reali .
Invece i dati di bilancio agli atti del Parlamento (riferiti allo Stato di Previsione Difesa E.F. 2013) delineano un sostanziale equilibrio tra i vari settori di spesa, tenendo conto degli oltre 2,3 miliardi di euro allocati per i programmi di armamento presso il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico.
Infatti se si sommano tutte le risorse per il 2013 assegnate alla Funzione Difesa, si raggiunge la cifra di 16,9 miliardi di euro (14,6 miliardi Funzione Difesa Bilancio Difesa – Tabella 11» ai quali devono aggiungersi i «i 2,3 miliardi di fondi per i programmi di armamento presso il MISE). 
Fatti i debiti calcoli la ripartizione delle spese nelle varie voci del dicastero è pari al 57% Personale, 8% Funzionamento, 35% Investimento, molto vicina per talune voci al “mantra” 50/25/25, e dove la sola voce Funzionamento pare compressa, certamente non a vantaggio del Personale.

Purtroppo della vera questione ,non quella del falso sbilanciamento tra le voci a favore del personale ma quella di una riforma farlocca che non produce risparmi per il contribuente e che viceversa determina unicamente lo spostamento di ingentissime risorse ( oltre 1,2 Mld di euro) dal personale attraverso una diminuizione di 40.000 posti di lavoro agli investimenti nel settore dell' industria bellica che già gode di oltre 6 Mld di euro di stanziamento complessivo senza contare gli ulteriori stanziamenti previsti nella Legge di Stabilità in itinere , nessuno parla .
Così come nessuno parla del fatto che gli esuberi di personale (uomini e donne per chi pensasse che trattasi di numeri) sono tali perchè si è voluto accelerare a dismisura il processo di ristrutturazione e riduzione del personale che naturalmente avrebbe necessità di svolgersi su di un arco temporale di almeno 15 anni anzichè 9 come previsto.

Nessuno parla , neanche per smentire le mie “parole di verita .

Perchè? Scrivevo in un recente articolo: “si tenta di mischiare le questioni del personale con gli affari e gli investimenti in armamenti dando un taglio scandalistico ?
Il “magico limbo” dello scivolo d' oro a dieci anni dal limite di età se lo tengano loro! Noi non lo vogliamo! Vogliono far passare la rottamazione del personale come fossimo dei profittatori! Ma la domanda è: chi ve lo ha lo ha chiesto di rottamarci? C' è stato un referendum in tal senso? Siamo passati non accorcendocene dal primo posto di gradimento degli italiani all' ultimo?”.
Ora cari “trombettisti” potete continuare a proclamare le vostre false verità , forti di casse di risonanza ben più potenti delle mie ma con meno sicumera.

In particolare il Prof. Ichino discetta di mobilità per i militari in questo modo:
“1. attivazione di una procedura sostanzialmente equivalente alla procedura di mobilità tra amministrazioni statali prevista dall’articolo 33 del t.u. del pubblico impiego (d.lgs. n. 165/2001)…..
2. dove questa opportunità di riutilizzazione presso altre amministrazioni statali si presenti, entro un raggio ragionevole dal luogo di ultimo impiego del personale militare, previsione del trasferimento d’ufficio;
3. dove non si ravvisi alcuna possibilità di utile trasferimento ad amministrazioni statali, istituzione e attivazione di una procedura analoga di trasferimento ad amministrazioni pubbliche non statali….
4. dove non si ravvisi alcuna possibilità di utile trasferimento ad amministrazioni pubbliche nelle quali si registrino carenze di organico, promozione della mobilità verso il tessuto produttivo generale…”

e ancora :

“Nella predisposizione di questo protocollo speciale per la mobilità può essere ragionevole prevedere che il trattamento economico resti attivo – in difetto di ricollocazione – fino al raggiungimento dei requisiti ordinari per il pensionamento. Ma sarà molto importante che si condizioni il trattamento stesso alla disponibilità della persona interessata per il contratto di ricollocazione, quando questo le venga offerto, e poi per tutto quanto necessario ai fini della riqualificazione e inserimento nel tessuto produttivo. Potrà accadere, così, che qualche militare di difficilissima ricollocazione finisca col godere di questo sostegno del reddito senza soluzione di continuità fino all’età del pensionamento; ma in altri casi sarà possibile esigere la disponibilità anche per un trasferimento nel tessuto produttivo generale (si ricorda in proposito che nel solo anno 2012, nonostante la situazione di gravissima crisi economica, in Italia sono stati stipulati ben 1,7 milioni di contratti di lavoro a tempo indeterminato). Si sancirà così almeno il principio secondo cui anche i cinquantenni possono e devono ritrovare un lavoro (principio corrispondente a un dato di fatto: il 12% del flusso attuale delle assunzioni, dunque circa 200.000 contratti a tempo indeterminato ogni anno, riguarda persone con più di 50 anni di età); e, se lo schema sarà stato implementato come si deve, si dimostrerà che anche nel settore pubblico le crisi occupazionali possono essere affrontate e risolte in modo non puramente assistenzialistico.”

Ora parebbero cose interessanti , e con un certo tratto di novità .Chi puo obiettare sulla necessità di affermare tali generali e però , mi sia consentito, anche generici principi?

Guarda caso però da attuare inizialmente in un settore pubblico privo di garanzie sindacali , con scarsa trasparenza nelle procedure d' impiego del personale che configura come “ordini” le disposizioni inerenti che quindi sono sottratte allle garanzie tipiche cui è sottoposto l' atto amministrativo .
Un processo innovativo che dovrebbe riguardare personale con uno specifico “status” che “giurando” sulla Bandiera e non firmando contratti di lavoro ha deciso di dedicare la propria esistenza al servizio della Nazione e dei cittadini finanche con il sacrificio della vita.

Quindi anche l' invocare una “sostanzialmente equivalente procedura di mobilità” ex art. 33 Dlgs . 165/2001 pare semplicemente complicato e forse anche un pò ingeneroso anche per l' assenza di garanzie di trasparenza e di compartecipazione sociale e fuori dai criteri giuridici attuati da sempre per particolari servitori dello Stato (per chi voglia approfondire il Dlgs. in argomento semplicemente non si applica al cd personale in regime di diritto pubblico, tra cui i militari – art 3-) .
Se poi vogliamo parlare di “privilegi” in occasione di ristrutturazioni aziendali e di servizi pubblici e privati credo si abbia informazioni diverse , vorrei ricordare almeno i casi che per primi mi vengono in mente : l' Olivetti, l' Autovox, le FF.SS. , la Sip/Telecom, le Poste Italiane , l' Alitalia, l' Enel dove veramente alcuni scivoli furono d' oro senza che si sentissero voci sì autorevoli levarsi.
Potremmo poi parlare dei meccanismi di cassa integrazione in deroga di alcune grandi industrie , ovvero guardare più in generale ai “privilegi retributivi e previdenziali” che le guarentigie offrono a particolari lavoratori dello Stato e che mi pare nessuno o pochi evidenzino (Politici di ogni livello, manager di Stato, di aziende di Stato o di autonomie locali e aziende miste ,magistratura, dipendenti di organi politici e costituzionali,authority,banca d'Italia , dove peraltro mi pare non si blocchi neanche il salario nel quadriennio 2010/14 come nel resto del pubblico impiego…etc..etc).
Ora a parte le obiezioni ” giuridiche e di opportunità” di cui sopra rimarrebbe pur sempre la difficoltà concreta di riutilizzare professionalità militari in campo civile.
Inoltre che ai militari si prospetti , senza garanzie ( nell' articolo non se ne parla) di mantenimento almeno pro – quota dei diritti maturati in termini giuridici, economici, di carriera e previdenziali nonchè il riconoscimento ” reale ” delle competenze e professionalità unitamente ai titoli accademici posseduti , una nuova vita lavorativa profondamente diversa da quella vissuta magari per trenta anni pare francamente un pò vessatorio .
Chissà se il Professor Ichino sarebbe d' accordo nel caso , non lontanissimo , si decidesse in maniera analoga per settori come quello del mondo accademico , prospettando un impiego di cui non si conoscono i contorni , senza garanzie e penalizzante sotto il profilo dell' impiego, giuridico, economico e previdenziale.
A meno che Egli voglia affermare che siamo tutti uguali ,anche per status ed in condizioni lavorative diverse ,cosa della quale credo sarebbe il primo a pentirsi .
Scegliere infatti di trattare tutti allo stesso modo seppur in presenza oggettiva di diverse situazioni di status, impiego, rischio assoluto e limitazioni di diritti costituzionali e personalissimi puo farci percipitare in quella situazione che ben definiva Cicerone due millenni ors sono inde officiis” come ” Summus ius, summa iniura“.

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