Palermo, 26 Marzo 2022, Palermo
Caro Presidente, Signor Segretario Generale, cari ospiti, delegati, cari colleghi, signore e signori.
Vorrei iniziare esprimendo la mia gratitudine agli organizzatori di questo evento per l’invito e per la possibilità di rivolgermi a questo pubblico.
Penso che non sia più necessario presentarvi l’Organizzazione europea delle associazioni e dei sindacati militari (EUROMIL). Tuttavia, in poche parole, EUROMIL è l’organizzazione ombrello di oltre trenta associazioni militari e sindacati nazionali appartenenti a venti paesi europei diversi. EUROMIL è il principale forum a livello europeo per la cooperazione tra le associazioni professionali militari su questioni di interesse comune.
Da tempo Assodipro è l’unica associazione italiana all’interno di EUROMIL. E siamo onesti, senza il loro impegno che ha portato alla sentenza della Corte costituzionale nel 2018, molto probabilmente non saremmo al punto in siamo ora in Italia.
Tuttavia, lasciatemi aggiungere subito che tra un mese, per l’esattezza il 29 aprile a Trencin (Slovacchia), sarà sottoposto all’approvazione dell’Assemblea Generale di EUROMIL, lo status di osservatore a favore di ITAMIL. Il consiglio di EUROMIL ha espresso un parere positivo a determinate condizioni e mi aspetto che questo status venga approvato il mese prossimo e non vediamo l’ora di avere una collaborazione più stretta.
EUROMIL è un’organizzazione fondata sull’idea che lavorando insieme oltre i confine si è più forti. In tale contesto, ritengo insieme al consiglio di EUROMIL, che la solidarietà con le singole associazioni sia di fondamentale importanza. Ci sforziamo costantemente di ascoltare le preoccupazioni di ogni associazione e di fornire un contributo quando e dove possibile. Ciò che non può essere realizzato dall’associazione individualmente, può talvolta essere realizzato collettivamente. Sarebbe utile che le associazioni militari italiane collaborassero in modo più armonico, sfruttando le risorse, condividendo esperienze e competenze comuni per superare la situazione e cambiare le cose in meglio.
Cari amici, perché promuoviamo l’interesse sociale e professionale dei soldati? Le Forze Armate sono composte da esseri umani, che hanno scelto di servire il proprio Paese come cittadini ma soprattutto come lavoratori in divisa. Il fatto che questi uomini e queste donne indossino un’uniforme non nega i loro diritti di cittadini del loro Paese. Naturalmente, tutto questo può sembrare in qualche modo ovvio, ma non è così.
Mentre le Forze Armate devono essere democraticamente responsabili, i soldati dovrebbero anche essere pienamente integrati nell’ordine sociale civile, il singolo soldato dovrebbe avere un interesse chiaro ed evidente nella democrazia. Il personale in servizio, inoltre, dovrebbe essere considerate come altamente qualificato, alla stregua del personale della polizia e dei vigili del fuoco, che sono pronti a rischiare la salute e la vita pur di svolgere il proprio dovere. Pertanto, i soldati dovrebbero poter determinare le proprie condizioni sociali e professionali nelle Forze Armate.
Il presupposto fondamentale per essere influenti è la libertà di associazione – e il diritto di rappresentare collettivamente, attraverso la consultazione e la negoziazione in generale gli argomenti, come la contrattazione collettiva e le esigenze comuni.
Sappiamo tutti che in Italia i militari sono rappresentati da decine di associazioni militari. Ma i presupposti per una fattiva rappresentanza professionale dei militari italiani non sono rispettati in quanto si basano su una bozza di legge che non verrà tramutata in legge in tempi brevi. Voi tutti, soldati italiani, esercitate dal 2018 il vostro diritto fondamentale alla libertà di associazione sulla base di una decisione ministeriale. E vorrei ripetere ancora una volta che per EUROMIL questa situazione non è accettabile.
Consentitemi di sottolinearlo con il recente seguito pubblicato in merito alle rimostranze del Comitato europeo per i diritti sociali sui risultati del 2021. EUROMIL ha commentato lo scorso anno nell’ambito del sistema di segnalazione il caso CGIL v. Italia (n. 140/2016). Il Comitato sottolinea ancora una volta che l’Italia non ha ancora adeguato la normativa agli articoli 5, 6§2 e 6§4 della Carta Costituzionale. A tre anni dalla decisione di merito e quattro anni dopo la decisione della Corte Costituzionale, l’Italia non è riuscita a concedere al personale militare italiano i suoi diritti fondamentali per garantire loro reali diritti sindacali e di contrattazione collettiva.
Cari amici,
A questo punto, vorrei ricordare che il diritto di associazione di cui ora godete parzialmente non è condiviso da tutto il personale militare in Europa. Nonostante numerosi trattati e raccomandazioni internazionali, i diritti dei soldati e in particolare i diritti sindacali sono spesso limitati o non attuati dalle autorità militari nazionali in quasi metà Europa.
Questa esclusione è spesso spiegata con riferimento al dover garantire l’efficienza nel combattimento e alla necessità di mantenere salda la disciplina. Ma sappiamo che questo non è corretto: le associazioni militari e i sindacati non minano la catena di comando e non procurano insubordinazione ed ammutinamento, ma piuttosto operano al fine di ottenere una forza efficace, moderna e attrezzata di soldati ben motivati. Credo che la presunta perdita di efficienza di combattimento sia smentita dalle operazioni military svolte, ad es. in Afghanistan, Mali ed in molti altri luoghi.
Il problema non è la neutralità politica delle Forze Armate, su questo siamo tutti d’accordo: i militari, come istituzione, non dovrebbero essere attivi in politica. La questione, quindi, riguarda piuttosto l’equilibrio tra l’interesse sociale e i diritti del singolo soldato. Sebbene alcune restrizioni siano effettivamente giustificate e legittime, in modo da garantire il controllo democratico e la fiducia pubblica nelle Forze Armate, tali restrizioni devono anche essere bilanciate. L’ideale democratico non è quindi ottenuto semplicemente isolando i soldati dalla sfera politica – al contrario, questo li alienerà solo dalla società in generale.
In quest’ottica, vorrei sottolineare che il diritto di associazione riguarda il dialogo sociale; l’incanalamento di informazioni e preoccupazioni su personale e materiale lungo la catena di comando e viceversa. In quanto tali, le associazioni e i sindacati militari forniscono alle autorità militari un prezioso partner per la cooperazione.
L’istituzionalizzazione di un confronto a voce cerca quindi attivamente di risolvere i problemi prima che inizino a influenzare la disciplina. Pertanto, le associazioni militari contribuiscono a un’organizzazione di difesa più attenta ed efficace, aumentando la lealtà tra il vertice e la base.
Pertanto, le parti interessate dovrebbero fare tutto il possibile per stabilire contatti personali al fine di scambiare informazioni e condividere esperienze. Le Forze Armate, per arruolare personale, devono presentarsi come luogo di lavoro moderno e attraente al fine di essere competitive sul mercato del lavoro. Un ambiente di lavoro sicuro, con orari regolamentati, sicurezza sociale, un sistema pensionistico equo per tutti i gradi e immediato nella corrsponsione del trattamento di fine del servizio, non dovrebbero essere concetti estranei alle moderne Forze Armate.
Cari amici,
Vorrei sottolineare ancora una volta che le associazioni ed i sindacati militari non sfidano né minano il comando e la disciplina; al contrario, creano forze più efficienti e ben motivate e forniscono alle autorità militari un prezioso partner di cooperazione. Solo quando i soldati potranno esercitare e godere dei diritti e delle libertà fondamentali, le Forze Armate saranno veramente integrate nella società.
Consentitemi infine di aggiungere che se le associazioni militari ed i sindacati funzionano bene e senza influenzare negativamente la parte operativa delle forze di difesa in molti paesi europei, perché questo non dovrebbe essere possibile in Italia? L’Italia è così diversa dalla Svezia, dalla Germania o anche dall’Ungheria o dalla Grecia? I soldati di tutta Europa hanno gli stessi rischi e doveri, anche noi dovremmo avere gli stessi diritti e le stesse garanzie, e la leadership politica e militare italiana dovrebbe capirlo in questo anno 2022!
EUROMIL rimarrà a disposizione per condividere le proprie esperienze in questo campo. Non per insegnare all’Italia come affrontare tali questioni, ma per spiegare come in altri Paesi siano riusciti ad ottenere risultati positive e le Forze Armate continuino ad essere pronte a livello operativo quando necessario.
Grazie a tutti per l’attenzione.
.:: Per ASSODIPRO sono intervenuti Fabrizio MENEGOLI, Delegato ASSODIPRO per EUROMIL e Giuseppe SEVIROLI componente del Comitato Esecutivo di ASSODIPRO e Segretario Generale Nazionale del SILMA (Sindacato Italiano Lavoratori Militari Aeronautica).
Giuseppe Seviroli
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