Intervista a cura della redazione ASSODIPRO Roma.
– TCol. Bottacchiari ; Il 31 ottobre 2013 (audizione in Commissione Difesa) è stata l’ultima occasione in cui i CoCeR hanno avuto un incontro istituzionale per discutere dei decreti discendenti dalla legge 244/2012 che prevede una profonda rivisitazione in chiave riduttiva dello strumento militare ( clicca e vedi articolo e video su quella audizione ) lei, in quell’occasione, nonostante la GRAVE DISATTENZIONE POLITICA visto che all’audizione erano presenti solo 2 senatori ridotti al solo relatore dopo pochi minuti, pronunciò parole importanti che si possono rileggere nel link sopra che sono rimaste inascoltate cosa può dirci a riguardo ora che comincia il nuovo anno ? QUALI prospettive e azioni di tutela hanno i CoCeR ?
R-Intanto voglio ringraziare quanti come la vostra associazione si sono spesi insieme al Cocer in una battaglia per i diritti dei militari e per una operazione” Verità ” rispetto a quello che sta avvenendo nel mondo militare. Nella audizione a cui lei fa riferimento dissi , in nome , per conto e su espressa ed unanime indicazione dei delegati del Consiglio Centrale di Rappresentanza che qui voglio ringraziare, che l’ affermazione che era venuta dal Governo Monti nel 2012 di ” riformare lo Strumento Militare per ottenere un riequilibrio ed una ottimizzazione delle risorse assegnate alla Difesa “ era e rimane anche oggi fortemente imprecisa. Se poi vogliamo essere più diretti , visto che il fioretto dialettico sin’ora non ha dato i frutti sperati, possiamo dire che tale affermazione è assolutamente falsa almeno per ciò che attiene allo sbilanciamento di spese per il personale. Difatti i numeri depositati agli atti parlamentari , che i nostri politici dovrebbero conoscere , e non le chiacchiere dicono che le risorse assegnante complessivamente alla Funzione Difesa nel 2013 e confermate anche nel presente esercizio sono pari a 16,9 MLD di euro ( 14,6 direttamente a bilanci difesa e 2,3 per fondi per programmi di armamento presso il MISE) e che le stesse sono ripartite per il 57% al personale , per il 8% per il funzionamento e per la restante parte del 35% all’ investimento , ciò in linea con le spese di ogni Nazione evoluta nel medesimo settore . Pertanto se una voce è da ritenersi carente è quella del funzionamento non certo l’ investimento che è ben oltre la soglia ottimale prevista al 25% del budget , spesa che poi recentemente è ulteriormente cresciuta in virtù di un finanziamento di circa cinque miliardi per la realizzazione di navi militari , mentre la spesa per il personale non appare poi così lontana dall’ ottimale 50% ipotizzato . Peraltro la riforma proposta è ”farlocca” , non produce risparmi per il contribuente e viceversa determina unicamente lo spostamento di ingentissime risorse ( oltre 1,2 Mld di euro) dal personale attraverso una diminuzione di 50.000 posti di lavoro agli investimenti nel settore dell’ industria bellica, che già gode di oltre 6 Mld di euro di stanziamento complessivo senza contare gli ulteriori stanziamenti previsti nella Legge di Stabilità per le navi di cui sopra , ma di questo nessuno parla !! Certo qualcuno , certamente un malpensante, mi suggerisce di ricercare i perché di questa riforma in casa e agli atti del Parlamento ed allora ecco che si materializza come per incanto l’ Audizione del presidente di Finmeccanica Spa, dottor Pier Francesco Guarguaglini in Commissione Difesa alla Camera dei Deputati . Seduta di mercoledì 1° aprile 2009 Guarguaglini afferma : “ …. Infine, penso che sia necessario riflettere su alcuni elementi. In Italia, abbiamo da un lato un surplus di personale nelle Forze armate, e dall'altro una mancanza di risorse. Quindi, sarebbe buona cosa arrivare ad una legge che ci liberi dei surplus permettendo di investire quanto verrebbe, in tal modo, risparmiato per acquisire ciò che serve alle Forze armate” . Finmeccanica che , dopo travagliate vicende con riflessi anche di natura giudiziaria in campo nazionale e non , proprio in queste ore sta rinnovando il parco dei propri consulenti . Con chi ? Fate una piccola ricerca su internet, potente mezzo, e lo vedrete da soli . Capito mi hai ? Le valutazioni etiche, politiche e di opportunità le lascio poi a ciascuno di voi lettori. Lei mi domanda poi come sarà il prossimo futuro e quali saranno le prospettive di rappresentare al meglio gli interessi del personale . Debbo dire intanto che il passato è stato orribile .
Dal 2010 in avanti i governi Berlusconi e Monti hanno assunto decisioni pesanti e altamente, talora doppiamente, penalizzanti per il personale del comparto Difesa e Sicurezza. Blocchi salariali, mancate retribuzioni di anzianità e promozioni”bianche”, risorse del fondo perequativo per lenire gli effetti del blocco insufficienti , revisione previdenziale e possibile ulteriore suo inasprimento ,perdurante mancato avvio della previdenza complementare, modifica del calcolo del TFS e suo godimento differito , spending review con taglio di 20.000 posti di lavoro tra i militari e minori risorse di bilancio , fallimento del piano casa per i militari , “sparizione” delle risorse del fondo casa , diminuite prospettive occupazionali dei giovani militari in ferma con aumento del precariato militare che oggi arriva sino a dieci/ undici anni, e dulcis in fundo la revisione dello strumento militare con perdita di ulteriori 20.000 unità di militari e 10.000 dipendenti civili della difesa ed il fondato rischio di creare nuovi esodati anche nel pubblico per giunta in uniforme. Alla faccia della tanto decantata specificità del lavoro militare. ( do you remember : specificità!).
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Il futuro spero sia migliore ma intanto abbiamo incassato per il 2014 un ulteriore anno di blocco salariale e del resto delle dinamiche anzianità e promozioni e letto una sentenza non proprio edificante della Corte Costituzionale (ma i magistrati esclusi dal blocco sono lussemburghesi?). Azioni di tutela ? Con il Cocer ? Ho detto e scritto più volte : “ a mani nude “ cerchiamo animati da buonissime intenzioni e talora da ottime capacità di fare la nostra parte ma è come correre in formula uno con una bicicletta. Lo strumento va rifondato aprendo al sindacato o almeno al libero associazionismo con un Cocer che veda concretizzarsi la funzione negoziale come la delega legislativa ,che pare dimenticata ,prevede. Noi continueremo a dire che questo stato di cose, ovvero tutte le questioni sopra tratteggiate , non ci trovano minimamente d’ accordo. Se il Governo rimarrà sordo credo dovremo abbandonare la linea del confronto sterile e passare ad altre forme di più aperto dissenso come già avvenuto in passato .
– La polemica mediatica e montata ad arte sul presunto “ scivolo d’oro “ ha avuto i suoi effetti e la commissione difesa, nei suoi pareri conclusivi, ha cancellato un provvedimento che avrebbe dato una possibilità al personale in esubero nei numerosi enti previsti in chiusura. IL personale è disorientato e preoccupato di fronte a certe teorie dichiarate dal Prof. Ichino con il quale lei ha avuto uno scambio di vedute molto vivace. Ichino vorrebbe applicare, per di Militari che sono senza diritti sindacali e senza tutele, il “ liberismo occupazionale “ e/o mobilità forzata, senza tutele e/o transito nella P.A. sventolando anche la minaccia del Licenziamento. Come Assodipro siamo nettamente contrari alle affermazioni di Ichino e ci verrebbe da dire : “ che ci azzecca Ichino con la commissione Difesa “.. le chiediamo: cosa pensa delle teorie “Ichiniane ?”.
R- L’ on. Prof. Ichino è sicuramente una mente illuminata nel panorama giuslavoristico italiano ed europeo.
Credo però sconti o voglia farcelo credere una non perfetta conoscenza del lavoro militare , delle limitazioni dei diritti costituzionali e personalissimi degli stessi operatori, della persistenza di una doppia giurisdizione penale , di una rigidissima regolamentazione della disciplina in tale ambito ,della diversità tra atto amministrativo e ordine proprio del nostro mondo ,di trasparenza e procedure concretamente sottratte come quelle degli avanzamenti di grado e dei trasferimenti, della obbligatorietà di esecuzione di ordini legittimi ma anche illegittimi quando quest’ ultimi non risultino manifestamente reato ,del divieto di costituire o iscriversi ad associazioni professionali di natura sindacale o anche della libera costituzione di associazioni fra militari, della non rilevanza negoziale di organi rappresentativi cui non fanno difetto evidenti oggettivi profili da “ sindacato giallo”, della carenza di norme per il mobbing militare e di tante altre questioni che tralascio per non annoiare. In sintesi come ho evidenziato non vorrei che per la voglia/ necessità di modernizzare l’ ambito del diritto del lavoro si venga presi da una furia iconoclasta e si assestino colpi ad un settore lavorativo che magari un certo grado di “liberismo “ o meglio di libertà non lo ha mai avuto. Un processo innovativo che dovrebbe riguardare paradossalmente personale con uno specifico “status” che “giurando” sulla Bandiera e non firmando un contratto di lavoro ha deciso di dedicare la propria esistenza al servizio della Nazione e dei cittadini finanche con il sacrificio della vita. Al governo ed al mondo politico voglio invece dire alcune cose rispetto ai decreti discendenti dalla Legge 244/2012 . Lo “scivolo d’oro” non è imposto dalla legge. Vero! Mi pare però abbia ben funzionato come ebbi a dire in una recente intervista come “arma di distrazione di massa”.
Rimane però inevitabile, credo, in un processo “innaturale” di riduzione degli organici pensare comunque ed almeno a forme di esodo anticipato come quelle della precedente riforma del 2001 o progettare altre ipotesi . Si badi bene : un esodo anticipato e non privilegiato, perché non credo sia privilegio l’ esser estromessi dalla propria “vita” professionale , in barba al primo articolo della Carta Costituzionale.
Se quindi si manterranno gli attuali tempi di riforma voluti dal governo e su cui il Parlamento non ha obiettato ( compressi di almeno cinque anni rispetto al naturale ) almeno per una parte del personale bisognerà necessariamente, realisticamente e con serietà pensare anche ad una uscita anticipata a cinque/sette anni dal limite di età con le medesime garanzie date nella precedente riforma, recuperando al personale parte dei risparmi del processo che qualcuno ha pensato di destinare da subito altrove. La Germania per ristrutturare le proprie FF.AA. ed esodare anticipatamente 6.000 militari ha stanziato circa un miliardo di euro, noi per 18.640 uomini neanche un centesimo e si che le risorse nel transitorio ci sarebbero . Perché no ? A chi debbono andare il miliardo e duecento milioni di euro derivanti dal minor costo per il personale nel solo periodo transitorio sino al 2024 ? Sulla mobilita “ tout court” poi, guarda caso, da attuare inizialmente in un settore pubblico privo di garanzie sindacali, con scarsa trasparenza nelle procedure d’ impiego del personale che configura come “ordini” le disposizioni inerenti che quindi sono sottratte alle garanzie tipiche cui è sottoposto l’ atto amministrativo, ricordo che , oltre ad essere tale ipotesi poco generosa nei confronti di tali soggetti ed ancora tutta da definire per ciò che attiene all’ inquadramento funzionale , oggi non è proprio possibile perché la procedura di mobilità” ex art. 33 Dlgs . 165/2001 semplicemente non si applica al cd personale in regime di diritto pubblico, tra cui i militari – art 3 dello stesso Dlgs.. Intanto mentre noi parlavamo e ci arrabbiavamo per queste quisquilie ed il Professor Ichino studiava da “ingegnere genetista” altri (Finmeccanica … azienda di Stato?) bandivano e chiudevano (31 ottobre , ore 13.00) un concorso da 1.000 diconsi Mille posti di lavoro senza riservarne uno ai militari, giovani, anziani, precari , in ferma o da esodare. Che dire ?
Rimane però inevitabile, credo, in un processo “innaturale” di riduzione degli organici pensare comunque ed almeno a forme di esodo anticipato come quelle della precedente riforma del 2001 o progettare altre ipotesi . Si badi bene : un esodo anticipato e non privilegiato, perché non credo sia privilegio l’ esser estromessi dalla propria “vita” professionale , in barba al primo articolo della Carta Costituzionale.
Se quindi si manterranno gli attuali tempi di riforma voluti dal governo e su cui il Parlamento non ha obiettato ( compressi di almeno cinque anni rispetto al naturale ) almeno per una parte del personale bisognerà necessariamente, realisticamente e con serietà pensare anche ad una uscita anticipata a cinque/sette anni dal limite di età con le medesime garanzie date nella precedente riforma, recuperando al personale parte dei risparmi del processo che qualcuno ha pensato di destinare da subito altrove. La Germania per ristrutturare le proprie FF.AA. ed esodare anticipatamente 6.000 militari ha stanziato circa un miliardo di euro, noi per 18.640 uomini neanche un centesimo e si che le risorse nel transitorio ci sarebbero . Perché no ? A chi debbono andare il miliardo e duecento milioni di euro derivanti dal minor costo per il personale nel solo periodo transitorio sino al 2024 ? Sulla mobilita “ tout court” poi, guarda caso, da attuare inizialmente in un settore pubblico privo di garanzie sindacali, con scarsa trasparenza nelle procedure d’ impiego del personale che configura come “ordini” le disposizioni inerenti che quindi sono sottratte alle garanzie tipiche cui è sottoposto l’ atto amministrativo, ricordo che , oltre ad essere tale ipotesi poco generosa nei confronti di tali soggetti ed ancora tutta da definire per ciò che attiene all’ inquadramento funzionale , oggi non è proprio possibile perché la procedura di mobilità” ex art. 33 Dlgs . 165/2001 semplicemente non si applica al cd personale in regime di diritto pubblico, tra cui i militari – art 3 dello stesso Dlgs.. Intanto mentre noi parlavamo e ci arrabbiavamo per queste quisquilie ed il Professor Ichino studiava da “ingegnere genetista” altri (Finmeccanica … azienda di Stato?) bandivano e chiudevano (31 ottobre , ore 13.00) un concorso da 1.000 diconsi Mille posti di lavoro senza riservarne uno ai militari, giovani, anziani, precari , in ferma o da esodare. Che dire ?
Mi pare quindi in conclusione che le distanze dal pensiero del Prof. Ichino siano molte e di contenuto specie sulla necessità del progetto e sulla tempistica di realizzazione. Per ciò che attiene alla proposta di ricollocazione del personale le osservazione sono altrettante e specifiche a partire dallo stigmatizzare le inesistenti garanzie di una adeguata rappresentanza sociale che consenta di aprire un confronto a tutto tondo sulla “mobilità” e sulla difficoltà reale che tutto il processo di ristrutturazione dello strumento militare possa essere gestito con le forme da Esso ventilate senza che invece si definiscano anche forme di fuoriuscita come quelle attuate in precedenti interventi di riforma delle FF.AA. (vedi legge 168/2005).
L’On . Domenico ROSSI ci ha rilasciato un interessante intervista nella quale, tra l’altro, ha denunciato comportamenti “ ambigui – disattenti “ del PD e, riguardo alle conseguenze di certe conclusioni della commissione ci ha detto “ …. personale che si troverà negli enti in chiusura rischia,a mio avviso, di dovere giocoforza essere trasferito non potendo avvalersi nemmeno della norma di esenzione o di dovere accettare per impedire di andare in altre sedi di levarsi la divisa e andare presso qualche Amministrazione locale…“ Col. Bottacchiari : condivide l’anilisi di Rossi sul punto ? dobbiamo considerare irreversibile e cronica la disattenzione ed il pressapochismo di certi grandi partiti verso il comparto Difesa ed il personale militare ?
R– L’on. Rossi fa il proprio mestiere. Quello di parlamentare, parte di uno schieramento politico. Se consente però inverto l’ ordine delle risposte alle sue due domande. Io non voglio dare patenti e pagelle anche perché i voti sarebbero pessimi per tutti i partiti al governo dal 2010 ad oggi , tutti autori o supporters dei provvedimenti più penalizzanti che io abbia mai visto per i militari in questi trent’anni di carriera. Detto ciò mi pare chiaro che il giudizio sui partiti maggiori rispetto all’ attenzione al comparto difesa è molto negativo. Non serve però solo dire che gli altri son brutti e cattivi , bisogna democraticamente “contaminare” delle nostre idee i partiti , confrontarsi e partecipare di più come cittadini alle dinamiche politiche e sociali e non attendersi da ultimo la benevolenza del politico di turno , che magari poi sceglierà qualche nostro elemento con cui dar prova visibile ma non effettiva dell’ attenzione rivolta al nostro mondo. Ritorno ora all’ on. Rossi che da profondo conoscitore del nostro mondo per averne salito i gradini sino ai massimi vertici ed ex delegato cocer conosce bene i temi e le problematiche di cui stiamo trattando . Credo non sbagli di molto sul punto , anzi mi auguro per taluni versi che quello che dice si avveri . Voglio dire che non sarei così tranquillo nel dare per scontato un processo di fuoriuscita del personale basato esclusivamente su base volontaria specie se le adesioni dovessero essere molto lontane dalle previsioni . Inviterei tutti alla prudenza e ad una rilettura della legge delega. E’ lo stesso Ministro che , buon secondo, dice che se non dovessero funzionare gli strumenti di fuoriuscita su base volontaria il processo lascerebbe pressoché identici i numeri di personale alle armi nel 2024. Credo che questo il dicastero del Tesoro e quello della Funzione Pubblica con cui dobbiamo scrivere i decreti triennali di fuoriuscita del personale non lo gradirebbero ed a lungo(?) andare , richiamerebbero in sede politica al rispetto della delega iniziale che non parla esclusivamente di volontarietà ma di “ informati prioritariamente al consenso ” . Ergo : occhio al : tanto a SMD abbiamo già deciso di fare i furbetti !!!! Questo è il motivo per cui io , diversamente da molti altri , sia rappresentanti che politici , continuerò a lottare per la riscrittura ed il rifinanziamento della legge 168/2005 con i risparmi del processo e senza spese aggiuntive per il contribuente , al fine di incrementare a partire già dagli anni 2019/20 e sino al 2024 l’ entità numerica del personale da collocare anticipatamente in ausiliaria a 5/7 anni dal limite di età di almeno 2.000 unità all’ anno. Solo tale misura , seppur penalizzante, potrebbe consentire un parziale ristoro al personale più anziano e liberare realmente spazi per i più giovani i quali dovrebbero vedere compensati i loro attuali sacrifici con un riordino delle carriere che preveda una vera carriera aperta e meritocratica. Peraltro lo Stato Maggiore della Difesa dovrebbe spiegarci perché nel giugno 2008 con un modello di difesa a 190.000 unità e senza ristrutturazioni alle porte( modello a 150.00 attuale) sollecitava fortissimamente nel senso da me indicato il Ministro della Difesa pro tempore chiedendo circa 12.000 unità in cd “scivolo” anche al costo di autofinanziare tale proposta , abbandonando invece tale “ valenza strategica “ nel 2012/13 in un momento di nuova impegnativa ristrutturazione.
Abbiamo notizia di un prossimo incontro con il Ministro Difesa Mauro ma leggiamo nella nota che il MINISTRO HA DELEGATO IL SOTTOSEGRETARIO ALFANO a ricevere i CoCeR; non vi sembra un ennesimo segnale di disattenzione verso il personale ? Il Ministro appare molto deciso a chiudere il discorso sui tagli e non sembra aver recepito nessuna delle richieste della Rappresentanza. ( ricordiamo che portò i decreti in C.d.M. senza il parere dei CoCeR ). Come vi porrete nell’incontro con il “sottosegretario delegato” che già altre volte vi ha incontrato e non ascoltato ? Ci dobbiamo rassegnare ad un vittoria su tutta la linea delle Lobby che spingono per risparmiare sul costo del personale e per tagliare posti di lavoro militari, allo scopo di avere più risorse per investimenti in armamenti che appaiono, quantomeno, non coerenti con la situazione economica generale ? Come Assodipro seguiremo con attenzione gli esiti dell’incontro e gli sviluppi sui tagli valutando anche azioni democratiche a tutela dei militari penalizzati.
R- Si è vero la comunicazione dice proprio così , viene ad incontrarci il giorno 07 gennaio alle ore 17.30 il sss on. Gioacchino Alfano . Il ministro è già in gravissimo difetto con noi. Il 19 luglio ci incontrò per illustrare le bozze dei decreti e avvio una serie di confronti a livello del sss Alfano durati tre giorni sino a fine mese , non recependo alcunché delle nostre proposte e comprimendo il dovuto confronto , previsto per legge in trenta giorni, a soli quindici. Presentò nonostante ciò in Consiglio dei Ministri i citati decreti il giorno 08 agosto ed il giorno 29 agosto promise in un nuovo incontro con il cocer il massimo del confronto anche durante l’ iter di valutazione parlamentare degli stessi . Il Cocer AM lo ha anche sollecitato a tal proposito con una sua deliberazione. Siamo al 05 gennaio 2014 e nessun confronto è avvenuto e dell’ audizione in Parlamento abbiamo già detto . Che dire di più , siamo al limite della mala-educazione . Faccio una domanda tipicamente anglosassone : comprereste da esso una macchina usata? Se andare all’ incontro ed eventualmente cosa dire sarà l’ assemblea plenaria del Cocer Interforze convocata alle 14.30 del medesimo giorno a deciderlo . I rumors che registro tra gli amici e colleghi delegati mi fanno però pensare.
Come Assodipro siamo stati molto critici verso la maggioranza dei CoCeR e dei Rappresentanti che, oggettivamente e visto i risultati, sono apparsi inermi – incapaci o inadatti ad agire a tutela delle migliaia di militari interessati a tagli – mobilità – esuberi. Confermiamo “ l’accusa di Sindacato Giallo “ e constatiamo con rammarico che, forze positive all’interno della rappresentanza, rimangono in dignitosa minoranza. Possiamo solo sperare nel giudizio della Corte Europea ( CEDU ) per vedere riconosciuti anche in Italia i diritti Associativi / Sindacali ?
R- La questione è molto delicata. In realtà questo mandato rappresentativo può aver dato l’ impressione di essere meno pronto su temi così delicati come quelli di cui abbiamo parlato nel corso di questa intervista , debbo però dire che è un consesso che ha appena un anno e tre mesi di attività e che si è largamente rinnovato nella sua composizione umana e di delegazioni avendo visto il mutare di equilibri numerici tra categorie e l’ ingresso di una nuova realtà quale quella dei sovrintendenti/ sergenti .Ciò non vuole essere una scusante ma il riportare con fedeltà i fatti accaduti. L’ amalgama già complessa in un organismo da rifondare come detto in precedenza non è quindi ancora allo stato ottimale. Le” forze positive presenti” , ma direi più in generale i delegati in genere, si rendono però conto molto bene sia delle questioni che interessano il personale e sono altresì consci che lo strumento rappresentativo va attrezzato per le sfide attuali e del futuro. Il come è da definire possibilmente insieme alla Politica. Per me sarebbe semplice dire come , ma credo non serva più essendo noto che io sono uno tra i pochi ricorrenti alla Corte di Giustizia Europea per il riconoscimento della libertà sindacale ed associativa appartenenti al cocer .Attendiamo con serenità questo giudizio. Credo che su questo tema sia necessario però tenere il filo del confronto e del dialogo tra il mondo associativo, i delegati e la (P)olitica per rinverdire quelle famose parole di Aldo Moro pronunciate nel settembre 1975 all’ Aeroporto Militare di Lecce “….Ora si tratta di continuare in una società rinnovata, ma che può e deve rinnovarsi ancora. Nuovi diritti per l’uomo e per il cittadino (e ogni Soldato è un cittadino) vengono scoperti e conquistati ogni giorno, mentre si va realizzando sempre più l’Italia moderna e civile nel contesto di nazioni libere e pacifiche …..”