Manovra, rischio prepensionamento per 10.000 militari.

“Per il ministro La Russa, il Parlamento continua a essere un fastidioso impedimento alla sua pericolosa interpretazione delle proprie competenze. La strategia è quella di liquidare la questione sul nuovo modello di difesa a colpi di emendamenti introdotti al testo della manovra finanziaria e destinati a essere approvati con voto di fiducia senza quindi alcuna discussione nel merito”. Lo dichiara il senatore Gian Piero Scanu, capogruppo del Pd in commissione Difesa.”Indicativo – spiega Scanu – un emendamento della senatrice Germontani, al momento ritirato, che ridefinisce un nuovo modello di difesa, con il prepensionamento 10.000 militari e la riduzione dell'organico civile di 6.000 unità. Ciò scarica sulla previdenza pubblica un costo, di cui non si parla, di circa 1 miliardo di euro. Inoltre – spiega -, si affida al governo una delega per un ridimensionamento del nostro strumento militare da realizzare con atti amministrativi o decreti legislativi, al di fuori cioè di un confronto parlamentare in grado di incidere su scelte così delicate. Un emendamento presentato dal senatore Azzollini amplia invece i poteri del ministro, cominciando dalle decisioni sui sistemi d'arma, fino ad autorizzarlo a usare il canone di libero mercato per gli alloggi demaniali così da renderne insostenibile la conduzione per chi ne usufruisce. Mano dura dunque con gli inquilini a basso reddito e mani libere sugli armamenti. La Russa – aggiunge – fa finta d'ignorare che il Pd ha depositato nei due rami del Parlamento una mozione che impegna il governo a discutere del modello di difesa, delle possibili economie e soprattutto di come renderlo coerente con l'Europa e con gli impegni internazionali assunti. Non può sottovalutare che i tagli incidono pesantemente su addestramento dei militari e manutenzione dei mezzi e delle infrastrutture, mettendone a rischio la sicurezza. Non può sostenere che Difesa Servizi Spa sia una risorsa per le Forze Armate e la mini-naia una necessità”. Per Scanu “il Parlamento è l'unica sede per discutere del nostro sistema di difesa. La scorciatoia non può essere quella di emendamenti che eludono il confronto e i necessari approfondimenti in commissione. Si tratta di rispettare il principio voluto dalla stessa maggioranza di non usare le manovre per fare modifiche ordinamentali. In questo caso, si interverrebbe addirittura su materie strategiche per la sicurezza dello Stato e la difesa nazionale. Faccio appello al presidente del Senato affinchè – conclude – provveda a impedire i tentativi di procedere per scorciatoie e a rimettere sul giusto binario la necessaria discussione sul Modello di difesa.

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