Sull’ultimo numero online di “Diritto & Questioni Pubbliche”, autorevole rivista di filosofia del diritto e cultura giuridica, edita dall’Università di Palermo, è stato pubblicato uno studio del nostro amico Cleto Iafrate, dal titolo “Obbedienza, ordine illegittimo e ordinamento militare”.
«Fino a quando il subordinato non verrà posto nella condizione effettiva di dire ‘signornò’, deve essere esclusa (o comunque fortemente mitigata) la sua responsabilità penale in caso di esecuzione di ordine costituente reato. Se il militare è ridotto dall’ordinamento a mero strumento della macchina bellica che lo trasforma in docile esecutore di un’altrui volontà, alla quale egli è tenuto a piegarsi, non può essere ritenuto responsabile delle manovre compiute da chi di quella macchina ha il comando e il controllo.»
Queste le conclusioni cui perviene l’autore, all’esito di una lunga e appassionata esposizione. L’articolo certamente non passerà inosservato, in quanto apre nuovi spazi di riflessione dottrinale, di cui la giurisprudenza non potrà non tener conto. E speriamo che lo faccia anche il legislatore.
A tal proposito, è senz’altro condivisibile il pensiero dell’autore: «la specificità militare, che fa dell’organizzazione militare una specie di micro-Stato annidato in seno allo Stato democratico, mi pare un ordigno talmente efferato da richiedere urgenti interventi correttivi.»
I criteri adottati dalla rivista per la selezione dei manoscritti da pubblicare sono molto rigorosi. Il referaggio avviene con il metodo cosiddetto a double-blind peer review. L’articolo viene anzitutto valutato dalla direzione e, in caso di giudizio positivo, viene sottoposto all’esame di due specialisti esterni. Se il giudizio dei revisori è anch’esso favorevole, l’articolo è accettato per la pubblicazione. Se il giudizio è favorevole, ma sono suggerite revisioni e integrazioni, i suggerimenti sono rimessi all’autore e l’articolo verrà accettato solo se rivisto tenendo conto delle osservazioni formulate. Vivissimi complimenti al nostro amico Cleto Iafrate.
A Cura di Cleto IAFRATE. Testo Articolo: ABSTRACT La regolamentazione del dovere di obbedienza agli ordini illegittimi è un ginepraio normativo di difficile interpretazione, che rischia di disegnare, per il subordinato, una vera e propria tagliola: da un lato il rischio, in caso di obbedienza, di subire una sanzione penale qualora il fatto dovesse costituire reato, in virtù della recente tendenza di dottrina e giurisprudenza a considerare sindacabili gli ordini militari, e dunque a escludere l’applicazione della scriminante prevista dall’art. 51, ultimo comma, c.p.; dall’altro il rischio di subire sanzioni disciplinari e penali per la disobbedienza. La situazione del militare è resa ancora più difficile dall’organizzazione attuale dell’ordinamento militare. L’attribuzione ai superiori poteri sanzionatori e premiali totalmente discrezionali, l’assoluta discrezionalità dei trasferimenti, il divieto di rappresentanza sindacale per i militari, relegano gli inferiori in una condizione di tale subordinazione e vulnerabilità da rendere il principio dell’obbedienza leale e consapevole nulla più che un mito. La realizzazione del principio, a garanzia della conformità dell’operato delle forze armate e di polizia a ordinamento militare alla costituzione e alle leggi, richiede perciò una profonda modifica dell’ordinamento militare, dando piena applicazione al suo interno al principio di legalità e ai diritti costituzionali dei militari…….. CLICCA QUI PER LEGGERE articolo completo