A cura di Assodipro Roma.
Luigi GIUGNI, meglio conosciuto col diminutivo di Gino (Genova, 1º agosto 1927 – Roma, 4 ottobre 2009), è stato un politico e accademico italiano che ha ricoperto un ruolo chiave nella stesura dello Statuto dei lavoratori. Giugni è ricordato come il “padre” dello Statuto dei lavoratori.
Nel 1969 Giacomo Brodolini istituì una Commissione nazionale con l'incarico di stendere una bozza dello Statuto dei diritti dei lavoratori. Tale commissione era composta da personaggi di notevole spessore e a capo Brodolini vi mise Giugni, all'epoca solo un professore universitario, seppur già molto noto. Lo Statuto permise di far entrare la Costituzione italiana nelle fabbriche, nel periodo dell'autunno caldo e della nascita della lotta armata. Su quel periodo Giugni sostenne: « Fu un momento eccezionale, forse l'unico nella storia del diritto in Italia: era la prima volta che i giuristi non si limitavano a svolgere il loro ufficio di “segretari del Principe“, da tecnici al servizio dell'istituzione, ma riuscivano ad operare come autentici specialisti della razionalizzazione sociale, elaborando una proposta politica del diritto”.
Nel 1969 Giacomo Brodolini istituì una Commissione nazionale con l'incarico di stendere una bozza dello Statuto dei diritti dei lavoratori. Tale commissione era composta da personaggi di notevole spessore e a capo Brodolini vi mise Giugni, all'epoca solo un professore universitario, seppur già molto noto. Lo Statuto permise di far entrare la Costituzione italiana nelle fabbriche, nel periodo dell'autunno caldo e della nascita della lotta armata. Su quel periodo Giugni sostenne: « Fu un momento eccezionale, forse l'unico nella storia del diritto in Italia: era la prima volta che i giuristi non si limitavano a svolgere il loro ufficio di “segretari del Principe“, da tecnici al servizio dell'istituzione, ma riuscivano ad operare come autentici specialisti della razionalizzazione sociale, elaborando una proposta politica del diritto”.
In un commento di molti anni fa di Gino GIUGNI si ritrova anche una coerenza , attualità e sintonia con quelle che sono state le sentenze della Corte Europea di pochi mesi fa . A tali giudizi storici e sentenze e verso i pareri che eminenti ed importanti giuristi – costituzionalisti stanno rilasciando in Commissione Difesa della camera – pochi giorni fa al prof. DE SENA che ha ribadito in audizione quanto affermato al convegno di ASSODIPRO : Professor Pasquale De Sena ordinario di Diritto Costituzionale : Concordando con il parere espresso in commissione difesa dal Dott. Cataldi , dichiara “ La Sentenza della Corte Europea dei Diritti, che ha condannato la Francia in quanto non concede DIRITTI SINDACALI AI MILITARI, crea immediati effetti per lo stato condannato ed ha, contemporaneamente, effetti su tutti gli stati in quanto le sentenze CEDU diventano norme. Riguardo al ricorso di Assodipro alla CEDU ( sul mancato riconoscimento in Italia dei diritti sindacali ai militari ) non c’è alcun dubbio che la Corte Europea condannerà anche l’ Italia “, fa da contro altare, ancora e purtroppo, una evidente sordità e cecità politica che si materializza nelle parole della relatrice del PD sulla Riforma della Rappresentanza Militare Rosa CALIPARI dopo l’ultima audizione della quale pubblicheremo una sintesi scritta dopo averla ascoltata solo e grazie a Radio Radicale in quanto era un AUDIZIONE INFORMALE.
INFORMALE NEL SENSO che della stessa NON esiste un resoconto stenografico agli atti della Camera ! perché ? perché audizione informale e perché non deve rimanere agli atti il parere di eminenti personalità audite ?
Per ora e fino ad oggi è palpabile una totale subalternità a Vertici e Lobby che di fronte alle Sentenze CEDU è come un arrampicarsi sugli specchi . Per ora e fino ad oggi è confermato il detto “ Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire “ anche se è evidente che le Sentenze della Corte Europea NON possono essere né ignorate né raggirate da “ testi pastrocchi “ che terrebbero ancora il personale militare nel MEDIOEVO dei DIRITTI così come è attualmente con i CoCeR SINDACATI GIALLI che fanno tanto comodo ai Vertici Militari, a certa politica, ed a chi fa rappresentanza militare come un SINDACALISTA GIALLO PAGATO DAL SUO DATORE DI LAVORO , al costo, A CARICO della Collettività e dell’ Amministrazione, di circa 4 MILIONI ANNO , SENZA AUTONOMIA , SENZA POTERI NÉ RUOLI DI TUTELA VERA PER TUTTI I MILITARI.
Il tutto mentre il ministro difesa Roberta PINOTTI si appresta a presentare il suo LIBRO BIANCO SULLA DIFESA che NON TIENE ASSOLUTAMENTE CONTO DEI DIRITTI DEI MILITARI E DELLE SENTENZE DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI.
Ai POLITICAMENTE SORDI, Ai POLITICAMENTE subalterni a Vertici e Lobby e lontanissimi dal personale ; Ai politici che si sforzano di ignorare effetti di Sentenze e Diritti Costituzionali ricordiamo ANCHE le parole di Gino GIUGNI “ padre “ dello statuto dei lavoratori e presidente che ha ispirato l’accordo sul costo del lavoro molti anni fa dichiarava, tra l’altro, sul tema della democrazia e partecipazione nel mondo del lavoro : “ proporre , trattare e negoziare, non sono attivita’ dirompenti per la disciplina né incompatibili con i criteri di gerarchia che reggono l’ordinamento militare. Potrebbero anzi essere positivi nel senso di contribuire a creare più spinte di partecipazione e di consenso nei confronti delle istituzioni al cui servizio si è scelti di operare . Dopo tutto, l’articolo 52 della Costituzione afferma che – l’ordinamento delle Forze Armate si informa allo spirito democratico della Repubblica ; ed associarsi e negoziare per la soddisfazione dei propri interessi sono forme eminenti di attività democratica” .