Militari e Forze di Polizia in Piazza, insieme, autoconvocati contro il Blocco delle retribuzioni, un evento unico nonostante sia stato boicottato dai media e dalle Rappresentanze.

Assodipro Roma ; La manifestazione contro il Blocco delle Retribuzioni organizzata dalla rete rimane un evento nonostante boicottaggi di Rappresentanze dei Comparti ( sindacali e militari ) e Informazione. Particolarmente vergognoso è stato il boicottaggio informativo di taluni che si ” spacciano per siti di settore o siti che si occupano di comparti Difesa-Sicurezza ” o di chi si occupa o dovrebbe occuparsi di informare su quanto accade nei comparti Difesa e Sicurezza.  Rimane un evento unico nel fatto che si sono ritrovati, insieme, autoconvocati in piazza, Militari e Appartenenti alle forze di Polizia che non si sono sentiti Rappresentati.
Pubblichiamo una interessante sintesi del commento di un Poliziotto che ha partecipato.
Liberamente tratto dal sito poliziotti.it 24 settembre 2014: cronaca ordinaria di una giornata straordinaria: Nella mia vita non ho mai preso parte, direttamente o indirettamente, a iniziative di protesta su piazza. Non ho mai preso parte a cortei, scioperi, sit-in, volantinaggi ecc., né quando andavo a scuola né dopo. Sono un poliziotto dunque non mi si riconosce il diritto di scioperare, e anche se questa mancanza non mi pesa più di tanto ciò non esclude che anch’io, come tutti, possa esprimere civilmente e democraticamente il mio dissenso qualora sia necessario. Lo faccio scrivendo, il più delle volte leggendo, cercando insomma di informarmi il più possibile su quanto mi accade intorno….. Lo spazio riservato ai manifestanti è piuttosto ampio anche se ben delimitato: da una parte il Reparto Mobile e dall’altra il Battaglione dei Carabinieri. Insomma, non possiamo scappare. Attendo per un po’ fuori dalle transenne e poi finalmente entro nel gruppo dei manifestanti. È la prima volta. Per uno come me che è sempre stato dalla parte “opposta” fa ora un certo effetto ritrovarsi a fianco di chi protesta in una piazza presidiata da Polizia e Carabinieri. Lentamente il numero dei partecipanti cresce e tra i “colleghi” che arrivano capto al volo cadenze siciliane, sarde, campane, marchigiane, insomma un patchwork da ogni parte d’Italia, e tutti organizzati con bandiere tricolore e magliettine bianche con su stampate le frasi già in circolazione sui social network…. Quello che dobbiamo ritrovare non è un nuovo sindacato o un nuovo partito, e neppure un nuovo referente. Non possiamo certo pensare di fare piazza pulita di ogni sindacato solo perché sono oggettivamente venuti meno al loro mandato, al loro compito primario. Abbiamo invece necessità di un sindacato che ci rappresenti legalmente e lo faccia come si deve. Iniziative spontanee come questa sono un ottimo momento di espressione ma non bastano. Per sedersi a “quei tavoli” dove si discute di soldi e diritti c’è bisogno di ben altro. Noi per primi non dobbiamo permettere che i colleghi che abbiamo delegato a rappresentarci diventino espressione del nostro egoismo e malumore, perché altrimenti agiranno di conseguenza. È vero, siamo invecchiati, i problemi quotidiani ci sfiancano e ci rendono troppo cinici. Invece dovremmo ritrovare l’unità e la compattezza di quel coro appena ascoltato, e ricordarci di come eravamo quindici anni fa, vent’anni fa, per tornare allo spirito che ci univa e ci rendeva un tutt’uno con il collega al nostro fianco. Ritrovare quello spirito che oramai sembra dimorare solo nei Reparti Mobili. Occorre buttarsi alle spalle i pretesti e le animosità che servono solo a dividerci, ed è giunto il momento di recuperare ciò che ci ha unito a lungo, che ci ha fatto crescere e maturare e ora sembra svanito. Alla fine di questa giornata non vale la pena di guardarsi con sospetto, tra “colpevoli” che non sono venuti alla manifestazione ed “eroi” che hanno fatto più o meno sacrifici per essere presenti. Io ero lì anche per i miei colleghi che magari non ci credono o non ci credono più – non mi interessa – ma poi il pensiero corre subito agli altri colleghi che in passato sono scesi in piazza, e lo hanno fatto per se stessi ma anche per me, che in piazza non ci andavo perché forse a quel tempo non ero così consapevole. Siamo noi, non altri, che possiamo decidere di cambiare, ma non certo litigando. A mancare sono i valori, i contenuti, il rispetto, la dignità, la lealtà, la coerenza… poi vanno bene anche mille sindacati. Inutile cercare incredibili accuse di presunte manipolazioni, ingerenze, complotti. Chi era in quella piazza manifestava liberamente per un diritto negato. Si potrà eccepire sul metodo ma non certo sui contenuti, perché fino a oggi, di fatto, abbiamo ottenuto solo promesse da parte di quegli stessi personaggi che mesi fa assicuravano che il blocco stipendiale non sarebbe mai stato prorogato. Mi auguro che il buon senso e la ragione prevalgano sui personalismi, che chi ha sbagliato faccia un passo indietro per il bene di tutti, altrimenti tutti ne pagheremo le conseguenze. Tutti, nessuno escluso.Quanto a me, a evento concluso, mi è spiaciuto solo per chi non era presente e non ha potuto vivere insieme a noi una splendida giornata, di quelle che conservi a lungo dentro di te, nel ricordo e non solo

P.Grassi, Poliziotto

 
 
 
 
 
 
 

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