Il ripristino dell’operatività dell’ordinario meccanismo di perequazione delle
pensioni attuato nel 2022 ha avuto vita breve.
Dopo oltre un decennio di interventi di blocco e contenimento, dal 1° gennaio
2022 si era finalmente tornati al sistema previsto dalla Legge n.388/2000, secondo
le tre percentuali del 100%, del 90% e del 75% stabilite per le fasce d’importo,
rispettivamente, fino a 4 volte il trattamento minimo, da 4 a 5 volte il trattamento
minimo ed oltre 5 volte il trattamento minimo, da applicare indicizzando
corrispondentemente il trattamento di pensione, scaglione per scaglione.
Il ritorno al suddetto sistema, tuttavia, è stato solo temporaneo, in quanto, per il
biennio 2023/2024, la Legge n.197/2022 ha di nuovo sospeso la rivalutazione per
fasce d’importo con indicizzazione a scaglioni progressivi ed ha stabilito che la
perequazione venga attuata per sole fasce d’importo complessivo dei trattamenti
pensionistici, con percentuali di indicizzazione fortemente decrescenti in
relazione al loro ammontare.
Le nuove fasce penalizzano fortemente i trattamenti superiori a 4 volte il minimo.
A fronte di un’inflazione per il 2023 previsionalmente stimata dall’ISTAT in +8
punti e di un adeguamento delle pensioni per adesso limitato al solo 7,3%, la
rivalutazione è stata stabilita infatti in misura altamente decrescente a partire dalla
fascia di trattamenti superiori a 4 volte il minimo, fino a risultare più che dimezzata
da quelli superiori a 6 volte il minimo e ridotta a meno di 1/3 per quelli superiori a
10 volte il minimo.
Inserendosi in un contesto di elevata spinta inflazionistica, l’intervento operato
dalla Legge n.197/2022, in deroga al meccanismo di cui alla Legge n.388/2000
appena ripristinato dal Governo Draghi per il 2022, si presenta tutt’altro che di
graduale e proporzionato raffreddamento della dinamica perequativa, considerati
tra l’altro gli effetti che, per via della progressività della tassazione, produce sulle
pensioni di importo medio, oltre che elevato, ciò che lo rende ampiamente sospetto
di non essere conforme ai principi fissati in materia dalla Corte Costituzionale,
diversamente dai vari interventi di c.d. “raffreddamento” che lo hanno preceduto.
Contattato lo Studio Legale Coronas per l’esame della questione, ASSODIPRO
ritiene sussistano le condizioni per avviare un’iniziativa legale finalizzata a tentare
di ottenere il ripristino dell’operatività dell’ordinario meccanismo di perequazione
automatica delle pensioni e, pertanto, la sottopone all’attenzione e all’adesione dei
propri soci.
La quota individuale di partecipazione alla suddetta iniziativa legale è stabilita,
per i soli soci regolarmente iscritti o che provvedano a regolarizzare l’iscrizione ad
ASSODIPRO, in:
€.150,00 per l’attività legale, da corrispondere come meglio specificato nella
modulistica che sarà fornita a quanti la richiederanno all’Associazione;
Si rammenta che la quota sociale di adesione all’Associazione è di € 30.00 e che
per il relativo versamento può accedersi al Link www.militariassodipro.org
seguendo le istruzioni vi riportate.
Per ogni altra informazione e/o per eventuali ulteriori chiarimenti, inviare una
mail all’indirizzo: presidente@assodipro.org e cel. 347 1149 472.
Il Presidente Nazionale
ASSODIPRO
Natale Pacino
Giuseppe Seviroli
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