Rappresentanza Militare. Siamo al rinnovo. Allora rinnoviamo.

di Giuseppe Pesciaioli

Ebbene ci siamo. Dopo innumerevoli tentativi, anche goffi, degli attuali rappresentanti del COCER (Esercito in particolare), siamo arrivati all’epilogo dei 6 anni di mandato, anche se più che mandato direi ….appropriato.
Appropriazione indebita dei diritti altrui di poter farsi rappresentare da chi viene eletto e non prorogato da un decreto infilato qui o là a seconda della situazione politica del momento. Così dovremmo tirare le somme e capire se a fronte delle tre proroghe ci siano stati o meno altrettanti benefici.
Quello che vedo è il deserto, una sorta di resa senza onore da parte di chi avrebbe dovuto difendere e migliorare le condizioni di vita dei militari italiani in favore di “rendite” personali che potrebbero essere talmente povere che mi sorge il dubbio se siamo difronte ad incompetenti oppure a veri e propri “intelligenti” personaggi del sistema, debitamente inseriti per tenere sotto tono gli umori e far emergere solo quello che fa comodo ad interessi che non sono certo di tutti i militari ma, di casta.
Oggi si chiedono sacrifici di tipo irreversibile se non anche addirittura un esodo in altre amministrazioni dello Stato senza nessuna garanzia di poter perlomeno recuperare, fosse anche tra 10 anni, quello che nel frattempo ci stanno togliendo. Siamo alla frutta signori, ma non per tutti, ovviamente.
Intanto qualcuno il salvadanaio se lo è riempito e la carriera fatta anche fino a gradi ed incarichi importanti per se stesso non certo per tutta la categoria dei militari.
Rappresentanti COCER che aprono siti internet ed osannano il Cocer (ovvero se stessi), altri che nella logica perversa di essere sulla cresta dell’onda pensano che il problema più grande è la rappresentanza di una categoria particolare (quella dei sergenti) storicamente facente parte dei sottufficiali.
Inserito poi in un ingranaggio perverso di rappresentanze sindacali delle polizie sindacalizzate, il Presidente del Cocer Interforze si presta al gioco della politica esponendosi per loro nei confronti del Governo attuale facendo finta di non accorgersi di essere strumentalizzato. Facendo finta perchè la realtà del gioco è un’altra, squisitamente politica ma non certo a favore della condizione militare, bensì a quella personale, ovvero lanciarsi spada in testa per contrastare quella corrente che ha preferito l’attuale Capo di Stato Maggiore dell’Esercito piuttosto che un altro Generale lanciato come un proiettile che però non ha colpito il bersaglio sperato. Un Generale Caster all’Italiana che alla fine si è suicidato con lo stesso strumento che voleva utilizzare per arrivare a diventare dove altri sono arrivati senza fare il controllore del controllato, ovvero il Presidente del Cocer.
Oggi a Capo di Stato Maggiore dell’Esercito siede un Generale di espressione politica, come in una democrazia dovrebbe essere ed è inutile scandalizzarsi.
Mi scandalizzo, invece, dell’uso non proprio ottimale della Rappresentanza Militare che nell’arco dei sei ultimi anni con ben tre proroghe, ha perso tutto, credibilità, autorevolezza, capacità politica e soprattutto equidistanza. Insomma quando chi dovrebbe essere un caposaldo per il personale si presta ad una battaglia di casta, non è che ha perso lui e il suo entourage, bensì tutto il personale militare che non ha più nessuno a cui rivolgersi e non ha più nemmeno una politica che fa il suo mestiere. Benvenuti all’inferno colleghi, ci ha trascinato qui la nostra indifferenza ma possiamo riscattarci, il corso della storia si può cambiare sempre, basta volerlo. Votereste ancora quelli che vi ci hanno portato???
* (Responsabile Sede Coordinata Umbria)

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