Assodipro Roma. SBLOCCO STIPENDI ANNUNCIATO ma , ad oggi 18 settembre legittime domande rimangono in sospeso : Ci sono le risorse per l’una tantum 2014 ? da quali voci vengono le risorse, nella parte della quota totale ( circa il 50% ) a carico dei Ministeri Difesa e Interni ? cosa si taglia, a chi e perché i ministeri interessati devono contribuire , tagliandosi, per dare al personale quello che è dovuto e che attende da anni ? Esiste almeno una Bozza dell’annunciato provvedimento di Sblocco e in che termini è “ risolto il problema “ ? E’ strutturale o solo per il 2015 ? E’ o sarà sufficiente inserirlo nella Legge di stabilità dove sarebbe un articolo della stessa senza i dettagli e solo con cifre ? Che ne è degli anni e delle migliaia di euro persi per il blocco ?
Nella sito sostenitori.info troviamo un analisi che proponiamo ai nostri lettori come approfondimento e riflessione : ….E SE IL FANTOMATICO ACCORDO FOSSE SOLO UNO SVUOTA PIAZZE? 18 settembre 2014 – Accordo si, accordo no, accordo forse…. volendo parafrasare una vecchia canzone ci ritroviamo ancora e per l’ennesima volta a giocare con le tre carte.
Non si sa chi abbia firmato cosa e se effettivamente si siano sbloccati i salari dei poliziotti, siamo stati investiti da agenzie di ogni genere ma di documenti ufficiali firmati non se ne vede nemmeno l’ombra.
Oltretutto l’ex Cavaliere Silvio Berlusconi si prende i meriti di uno sblocco quando la sua trattativa sul tema si è svolta con quella parte sindacale che nulla dovrebbe aver firmato perché fuori da quel cartello che invece, a quel che si dice, dovrebbe aver portato a casa l’agognato risultato.
A voler fare dietrologia spiccia la volontà è quella di sabotare la manifestazione di Roma a Montecitorio del 24 Settembre prossimo, un movimento spontaneo nato sulle pagine dei social network, da quei “Siamo tutti cretini” che dopo le indecenti parole del Capo della Polizia Prefetto Pansa ha raccolto il disagio, quello vero e “cattivo”, di tutta la categoria degli uomini in divisa.
Ed è stata così forte l’indignazione per quei “Cretini” da riuscire a catalizzare attraverso i social network un movimento di opinione che, senza sindacati, riuscirà a portare in piazza centinaia di persone.
Ci sono previsioni che parlano addirittura di 50mila persone tra divise e comuni cittadini che si riuniranno per dire che questi “Cretini in divisa” si sono stancati di essere ammortizzatori umani del disagio sociale mandati allo sbaraglio senza mezzi, senza risorse e con stipendi non certo adeguati.
Potrebbe fare paura questa onda umana senza il controllo “politico” delle bandiere sindacali, nessuna sigla infatti è riuscita a metterci sopra un vero e proprio cappello, sarebbe come ammettere che all’interno delle forze dell’ordine le rappresentanze non sono più in grado di catalizzare e contenere il disagio, un imbarazzo inaccettabile per un governo in profonda crisi e che non riesce ad essere all’altezza delle aspettative. Se anche le divise, così come sembra, volteranno le spalle all’esecutivo con una protesta senza precedenti gli scenari possibili potrebbero essere devastanti costringendo il premier a una navigazione a vista dalle pericolose derive.
Una simile manifestazione potrebbe stimolare anche riforme importanti, epocali di tutto il settore, il problema è che se fatte in fretta e senza le dovute attenzioni, sulla scorta di questo genere di manifestazioni, potrebbe sfociare in una pericolosa privatizzazione del settore capace, quella si, di togliere ulteriore imparzialità al nostro sistema di pubblica sicurezza.
E’ un rischio però che è necessario correre affinché qualcosa cambi in meglio.
Del resto il controllo delle masse, qualsiasi esse siano, rappresentano la vita e la morte dei governi, sia che essi siano democratici o dittatoriali ma quando questo controllo viene meno su quelle parti che della difesa dei governi ne sono parte integrante come le divise non può che salire la febbre di chi siede su quelle poltrone da cui dipendono le sorti di un paese nella più totale crisi com’è attualmente l’Italia.
Ed è per questo che potrebbe avere senso se questo fantomatico accordo, che di fatto è assai probabile non esista, serva solo ad allontanare le persone dalle piazze e ad abbassare quella tensione governativa che una manifestazione composta e silenziosa fatta da uomini in divisa potrebbe far salire.
L’immagine è tutto, gli slogan pure…ma con tutte quelle divise in piazza nulla di tutto ciò sarebbe più sufficiente.
Non si sa chi abbia firmato cosa e se effettivamente si siano sbloccati i salari dei poliziotti, siamo stati investiti da agenzie di ogni genere ma di documenti ufficiali firmati non se ne vede nemmeno l’ombra.
Oltretutto l’ex Cavaliere Silvio Berlusconi si prende i meriti di uno sblocco quando la sua trattativa sul tema si è svolta con quella parte sindacale che nulla dovrebbe aver firmato perché fuori da quel cartello che invece, a quel che si dice, dovrebbe aver portato a casa l’agognato risultato.
A voler fare dietrologia spiccia la volontà è quella di sabotare la manifestazione di Roma a Montecitorio del 24 Settembre prossimo, un movimento spontaneo nato sulle pagine dei social network, da quei “Siamo tutti cretini” che dopo le indecenti parole del Capo della Polizia Prefetto Pansa ha raccolto il disagio, quello vero e “cattivo”, di tutta la categoria degli uomini in divisa.
Ed è stata così forte l’indignazione per quei “Cretini” da riuscire a catalizzare attraverso i social network un movimento di opinione che, senza sindacati, riuscirà a portare in piazza centinaia di persone.
Ci sono previsioni che parlano addirittura di 50mila persone tra divise e comuni cittadini che si riuniranno per dire che questi “Cretini in divisa” si sono stancati di essere ammortizzatori umani del disagio sociale mandati allo sbaraglio senza mezzi, senza risorse e con stipendi non certo adeguati.
Potrebbe fare paura questa onda umana senza il controllo “politico” delle bandiere sindacali, nessuna sigla infatti è riuscita a metterci sopra un vero e proprio cappello, sarebbe come ammettere che all’interno delle forze dell’ordine le rappresentanze non sono più in grado di catalizzare e contenere il disagio, un imbarazzo inaccettabile per un governo in profonda crisi e che non riesce ad essere all’altezza delle aspettative. Se anche le divise, così come sembra, volteranno le spalle all’esecutivo con una protesta senza precedenti gli scenari possibili potrebbero essere devastanti costringendo il premier a una navigazione a vista dalle pericolose derive.
Una simile manifestazione potrebbe stimolare anche riforme importanti, epocali di tutto il settore, il problema è che se fatte in fretta e senza le dovute attenzioni, sulla scorta di questo genere di manifestazioni, potrebbe sfociare in una pericolosa privatizzazione del settore capace, quella si, di togliere ulteriore imparzialità al nostro sistema di pubblica sicurezza.
E’ un rischio però che è necessario correre affinché qualcosa cambi in meglio.
Del resto il controllo delle masse, qualsiasi esse siano, rappresentano la vita e la morte dei governi, sia che essi siano democratici o dittatoriali ma quando questo controllo viene meno su quelle parti che della difesa dei governi ne sono parte integrante come le divise non può che salire la febbre di chi siede su quelle poltrone da cui dipendono le sorti di un paese nella più totale crisi com’è attualmente l’Italia.
Ed è per questo che potrebbe avere senso se questo fantomatico accordo, che di fatto è assai probabile non esista, serva solo ad allontanare le persone dalle piazze e ad abbassare quella tensione governativa che una manifestazione composta e silenziosa fatta da uomini in divisa potrebbe far salire.
L’immagine è tutto, gli slogan pure…ma con tutte quelle divise in piazza nulla di tutto ciò sarebbe più sufficiente.