Qualche giorno fa l’Italia, come tante altre Nazioni, ha chiuso la Missione in Afghanistan, dopo aver riportato in casa i militari, i diplomatici e “fortunatamente” anche vari “afghani” e relative famiglie.
Purtroppo, in tutti questi anni l’Italia ha perso, perché caduti in vari attentati, ben 54 militari. Paesi alleati come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti ne hanno perso molti di più. Non voglio disquisire su quanti anni i contingenti delle varie Nazioni Occidentali sono stati in Afghanistan, né perché ci sono stati e cosa hanno fatto.
54 caduti sembra un numero non grande, ma anche fossero stati di meno, sono tanti, perché ognuno lascia una famiglia, delle mogli, dei figli, dei genitori, dei parenti ed amici. Sono venuti a mancare in questi anni di permanenza.
Però nel 2020 in Italia sono morti 51 divisi fra tutte le varie Forze Armate e Corpi dello Stato, quasi lo stesso numero di quanto ne sono venuti a mancare in tanti anni in Afghanistan. Nel 2019 i suicidi fra le Divise hanno toccato il tragico numero di 69. Ovvero l’Italia in questi anni è stata più pericolosa dell’Afghanistan.
Fra l’altro questi numeri sono sottostimati rispetto alla realtà del fenomeno dei “suicidi in divisa”. E le varie Amministrazioni dello Stato o gli Stati Maggiori delle Forze Armate minimizzano riguardo al fenomeno.
Quasi due anni fa, Assodipro (Associazione Solidarietà Diritto e Progresso) unica associazione oltre al Ficiesse (Associazione della Finanza) che in oltre ventinove anni cerca di aiutare e tutelare il personale in divisa, di fronte all’impennata di suicidi, creò un Team “SOS Assodipro” per cercare di dare una maggiore possibilità a chi, in divisa, si trova in difficoltà, prima che pensi di compiere un atto estremo.
Di fronte alla realtà di questi tragici numeri si tenga conto che in questi due anni ci sono stati importanti eventi, come l’accreditamento di svariati Sindacati Militari, che non sono completamente normati, nonostante l’urgenza di ciò e dei problemi che ciò risolverebbe. Le pressioni che questi Sindacati fanno ai vari rappresentanti parlamentari, ultimo gli Stati Generali a Roma, supportati e sponsorizzati da Assodipro, che ha avuto l’adesione della maggior parte dei Sindacati Militari attivi e funzionanti, intendono sollecitare una legge quadro funzionante che permetta ai vari sindacati di collaborare con l’Amministrazione e con i vari Comandi.
Confidiamo che fornendo al NSC (Nuovo Sindacato dei Carabinieri) il maggior Sindacato dei Carabinieri, i dati storici e preoccupanti del fenomeno suicidario fra le file di questa arma, si possano fare proposte e suggerimenti alle autorità preposte con gli strumenti che si riterranno più opportuni,
Lettera per NSC e suoi Dirigenti
Gentili e stimati Presidente Nazionale NSC Monica Giorgi e Segretario Generale NSC Massimiliano Zetti, purtroppo in questo 2021 si sono suicidati 35 (trentacinque) persone in divisa (fonti OSD) e di questi ben 14 (quattordici) dei Carabinieri, e sicuramente, come già detto, il fenomeno appare sottostimato. Ognuno di questi militari aveva una famiglia e dei cari. Se si fosse trattato di poche unità non vi avremmo segnalato questo fenomeno che purtroppo si appare molto preoccupante. Fino a due anni fa il numero dei Carabinieri era uguale o quasi a quelli della Polizia di Stato o della Polizia Penitenziaria.
Ad oggi, mentre il tragico numero che riguarda i Carabinieri è di 14 (quattordici), della Polizia di Stato è di 4 (quattro) e della Polizia Penitenziaria di 5 (cinque).
Sembra che le loro Amministrazioni abbiano cercato di capire il fenomeno che sicuramente non può essere debellato, ma almeno ridotto a piccoli numeri. Prima erano i tre corpi dello Stato con numeri oltre la decina, quasi vicini ai 20 (venti), mentre adesso le due Polizie (Polizia di Stato e Polizia Penitenziaria), sono sotto i 10 (dieci), mentre l’Arma dei Carabinieri è abbondantemente sopra.
Non sappiamo quali strumenti, accortezze abbiano usato le tre amministrazioni, ma di certo si constata facilmente che ciò che è stato fatto dalle Polizie citate ha prodotto l’effetto di una diminuzione drastica, mentre non si nota nessuna differenza sostanziale nei numeri dei casi fra i Carabinieri. Perciò o l’Arma dei Carabinieri non ha adottato nessun provvedimento per diminuire i numeri, o quello che ha fatto non ha influito sufficientemente sul fenomeno.
E disgraziatamente l’evoluzione in questi tre anni non porta dati positivi.
Tornando ai numeri concreti degli ultimi tre anni ci sono stati questi casi:
Eventi a fine agosto
Anni => 2019 2020 2021
=== ==== ==== ====
Carabinieri 12 10 14
Polizia di Stato 10 5 4
Polizia Penitenziaria 8 3 5
Praticamente, i tre maggiori Corpi Armati dello Stato Italiano, erano quasi alla pari nell’anno 2019, ma mentre la Polizia di Stato e la Polizia Penitenziaria hanno quasi dimezzato i casi, i Carabinieri sono aumentati.
Gli altri Corpi Armati dello Stato (Esercito, Aeronautica, Marina Militare, Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza, Polizia Locale e persino Guardie Giurate) hanno avuto ed hanno a fine agosto da 0 a 5 casi, e negli anni 2019 e 2020 sono arrivate a fine anno con casi da 1 a 6.
Numeri quasi fisiologici per questi Corpi Armati dello Stato, ma non per le tre polizie (Carabinieri, di Stato e Penitenziaria):
Fine Anni => 2019 2020
=== ==== ====
Carabinieri 17 15
Polizia di Stato 18 9
Polizia Penitenziaria 11 7
Visti i numeri di fine agosto 2021, vi sono alte probabilità che le due polizie civili possano rimanere sotto le 10 unità, ma preoccupa fortemente l’incremento degli eventi suicidari in seno ai Carabinieri. Purtroppo, appena un evento viene a conoscenza dei Media, scatta la mobilitazione per smentire o per motivare il gesto con “problemi di famiglia” od alle volte “problemi economici”.
Ciò che è successo l’11 gennaio 2020 a Cosenza fra un Maresciallo ed un Capitano, non rientra sicuramente fra le varie giustificazioni della catena di comando.
È inconcepibile che ogni anno in Italia vengano a mancare fra le 50 e le 70 divise, personale in armi ed in uniforme. Ogni anno quindi in Italia scompare una Compagnia, ma non in combattimento o in operazioni di Polizia, ma suicidi.
Dopo tutto ciò, cari Dirigenti di NSC vi prego ed invito a fare qualcosa che possa almeno limitare questa situazione. Non conosciamo le vostre particolari normative, ma speriamo possiate trovare e proporre qualcosa che possa mitigare il dolore delle famiglie che non devono veder mancare il loro caro senza motivi plausibili.
Perché alla stessa stregua del Codice Rosso per i Femminicidi, non ci possa essere un Codice Rosso per le disgrazie improvvise e immotivate nei Corpi Armati dello Stato?
Perché in questo Codice Rosso, non può essere inserito che un Magistrato dia immediatamente l’ordine di sequestrare e controllare a fondo il fascicolo personale e amministrativo di colui che si è suicidato?
Perché in questo Codice Rosso, non si può inserire che le indagini su un “eventuale” evento suicidario, non debbano essere effettuate da Autorità di Polizia diverse da quelle del suicida?
Queste sono solo alcune eventuali proposte, voi dirigenti di NSC sicuramente ne avete in mente anche tante altre, ma fate presto perché ogni giorno ci si chiede se qualcuno in divisa in qualche parte di questo nostro splendido Paese abbia deciso di porre fine alla sua vita. Ogni giorno ci si chiede a quale Corpo Armato dello Stato mancherà un uomo o una donna. Ogni giorno ci si chiede quale famiglia piangerà il venir meno di un proprio caro.
Grazie e buon lavoro.
Con affetto e stima
Treviso lì 29/08/2021
il Consigliere Nazionale
Segretario Nazionale
As. So. Di. Pro.
Salvatore Vinciguerra
Giuseppe Seviroli
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