Com’è triste la Rappresentanza, soltanto un anno dopo la Sentenza della Corte Costituzionale

COME E’ TRISTE VENEZIA SOLTANTO UN ANNO DOPO, COME E’ TRISTE VENEZIA SE NON SI AMA PIU’. Ascoltando questa canzone di Charles Aznavour mi viene in mente la recente situazione dei militari in merito all’annosa questione dei Sindacati, mi viene voglia di parafrasare il testo e cantare a squarcia gola “come è triste la Rappresentanza militare soltanto un dopo la Sentenza della Corte Costituzionale (120/08), si cercano le parole che nessuno dirà, si vorrebbe piangere e non si può più.

Una malinconia mi assale in queste ore di una combattuta e scombinata sessione Coir in cui le parole sono tutte di critica per un disegno di legge che apre ai militari la possibilità di avere un sindacato sulla scorta degli altri paesi europei. E’ tutto sbagliato, non vale nulla, addirittura avrebbe meno poteri della Rappresentanza e toccherebbe pagarselo. Pazzesco!? Questo è il nuovo ritornello che gira tra gli addetti ai lavori, per lo più delegati Coir e Cocer in giro per la basi a raccontare la propria agonia. La cosa buffa è che proprio quei colleghi da sempre contrari al sindacato, colleghi con splendide carriere militari amati ed apprezzati dai superiori, di colpo si scoprono giuristi e puristi dei diritti dei militari. Il non plus ultra di giuslavoristi, costituzionalisti capaci di pensare, scrivere e proporre delle parole di legge capienti di giustizia, diritti e serenità in capo a militari. La cosa fa sorridere e piangere allo stesso tempo, come si fa e con quale faccia tosta non si riesce a vedere gli aspetti positivi della Sentenza e della Circolare ministeriale soltanto un anno dalla sua pronuncia?

Dopo la sentenza, grazie alla Circolare ministeriale si è aperta per i militari la possibilità di costituirsi in associazioni a carattere sindacale in attesa di una legge “ad hoc” (DdL Emanuela Corda ed altri). Seppur con dei limiti tutti da chiarire nelle sedi appropriate, quali il divieto di un carattere interforze a favore della singola forza armata, il divieto di iscrizione dei pensionati, l’autorizzazione e la revoca ministeriale, soglie e percentuali per categorie, impossibilità di adire il giudice del lavoro, evidenti penalizzazioni che cozzano con l’Art.39 della Costituzione, nonostante ciò gli effetti positivi sono una palese realtà. Innanzitutto si è liberata una voglia interiore di diritti, di consapevolezza, di dignità rimasta sopita negli anni. Oramai eravamo abituati a dare per scontato che non eravamo titolari di alcuna certezza, dei diritti basilari di ogni cittadino non militare. Nella nostra testa pesavamo e pesano oltre alle leggi ordinarie i regolamenti disciplinari, il codice penale militare sia in guerra che in pace. La scala gerarchica esasperata fatta di gradoni e gradini ha sempre contribuito a sentirsi delle semplici unità e non persone. Per non parlare dei diretti superiori sempre pronti a sentirsi superiori in tutto, non solo nelle funzioni, nelle competenze ma in tutto lo scibile umano, moralmente, eticamente, socialmente attestato. Trasparenza, privacy, dignità erano semplici parole astratte che mal si conciliavano con il “vero militare”.  A ciò si aggiunga le Rappresentanze (principalmente cocer e coir) militari che avrebbero dovuto aprire un varco verso la dignità e viceversa hanno solo creato un’altra piccola casta, un gruppetto di militari che per conto e nome di altri è libera da qualsivoglia responsabilità e rendiconto di categoria. Dopo solo un anno dalla sentenza le Rappresentanze appaiono come dei sepolcri imbiancati di cenere, bruciati da costituendi sindacati che smaniano sul web.

Probabilmente sono tante le sigle sindacali che si stanno aprendo, sicuramente nel giro di pochi anni tutto tornerà alla normalità, allo stesso tempo come non guardare con positività l’energia che si è liberata? Si comincia a parlare di argomenti e materie che nei lustri la Rappresentanza aveva taciuto, uranio impoverito, amianto, malattie professionali, suicidi, mobbing, cause di servizio, fondi pensione, sanzioni disciplinari e via dicendo. Come non plaudire a queste neonata dinamicità, orgoglio, riscatto di se stessi?

Purtroppo, capisco benissimo questo atteggiamento a rimandare, perfezionare, a trovare il pelo nell’uovo per rinviare l’approvazione del disegno di legge, è chiaro che stare seduti su una poltroncina molto più comoda, ben pagata dalla forfettaria, ogni volta prorogata e che non deve nulla a nessuno è molto più comodo. Quello che mi da enormemente fastidio è cercare di giustificare questa posizione, scrivere delle delibere, andare in giro per le basi a propagandare l’esigenza del rinvio del testo legislativo per una legge migliore, perfetta, magari di cristallo. Si capisce lontano un miglio che si tratta di una montatura ad arte tra addetti ai lavori, guarda caso proprio coloro che nel corso di questi trent’anni non hanno detto una parola sul sindacato, anzi quasi sempre remato contro. Così, ho dovuto votare contro la Delibera del Coir con “motivazione di voto contrario” che riporto testualmente : “ … Volo contesta che se l’attuale disegno di legge dovesse essere approvato per un verso avrebbe poteri di intervento più limitati rispetto alla RM, ma diversamente da quest’ultima sarebbe a pagamento. Volo ritiene grave che il Consiglio ritenga che (le future sigle sindacali)  “per un verso avrebbe potere di intervento limitato rispetto alla R.M. e”. Pertanto esprime il proprio parere  di voto contrario alla Delibera, precisando che la RM può trattare ciò che la legge consente, mentre il sindacato può trattare tutto ciò che la legge non vieta”.

Questa idea/propaganda è inaccettabile per ordine di due falsi ideologici, uno che l’attuale RM abbia qualsivoglia potere, l’altro che il futuro sindacato sia a pagamento, lo è nella misura volontaria in cui si partecipa e ci si iscrive. Vale la pena ricordare che i poliziotti iscritti ai sindacati sono una parte, giammai la totalità, il grosso preferisce non aderire. Non si riesce proprio a capire la preoccupazione di chi è sempre stato contro e probabilmente preferirà non iscriversi, mentre chi ha combattuto e pagato di persona ritiene utile partire senza perdere ulteriore tempo. Mi confronto con persone con brillanti carriere mentre il sottoscritto ha subito di tutto e di più, vinto ricorsi, fatto causa per mobbing, e oggetto di interrogazioni parlamentari, da vent’anni ascolta e lotta per i diritti,  mi ritrovo a battagliare con puristi e teorici del mondo perfetto, pazzesco!

Dopo oltre un anno dalla Sentenza l’atteggiamento della stragrande maggioranza dei Rappresentanti è quello di sempre, di chiusura verso il mondo che cambia, di salvaguardia del proprio orticello, solerti e precisi ad appuntare agli altri cosa non va e silenziosi verso se stessi. Perché nessuno si domanda in questo anno passato cosa è stato ottenuto di quanto richiesto nelle Delibere? Che fine hanno fatto le nostre sofferenze? Chi ha pagato ed avvantaggio di chi è questo stato di cose?

Un ultima precisazione che mi sembra il minimo nel mare magnum di disinformazione e millantati meriti, la Sentenza della Corte Costituzionale n.120/08 è grazie e per merito di Assodipro che con i suoi avvocati, i suoi soci, la sua tenacia in tutte le sedi istituzionali si è battuta per questa sentenza prima con il ricorso al Tar, alla Cedu, al CdS ed infine alla Corte Costituzinale.

Come è triste Venezia (Rappresentanza) soltanto un anno dopo…..

19 Giugno 2019

Aniello Volo (Delegato Coir)

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che siete simili a sepolcri imbiancati, belli di fuori, ma pieni dentro di ossa di morti e di ogni sporcizia!   (Matteo 23,27)

PARAFRASANDO…

Com’è Triste Venezia (Rappresentanza) soltanto Un Anno Dopo (la Sentenza Corte Costituzionale,

com’è Triste Venezia (Rappresentanza) se Non Si Ama Più

si Cercano Parole che Nessuno Dirà

e Si Vorrebbe Piangere non Si Può Più

com’è Triste Venezia (rappresentenza) se Nella Barca C’è

soltanto Un Gondoliere (Cocerista, Coirista..) che Guarda Verso Te

e Non Ti Chiede Niente perché Negli Occhi Tuoi

e Dentro La Tua Mente c’è Soltanto Lei (libertà sindacale)

com’è Triste Venezia (rappresentanza) soltanto Un Anno Dopo

com’è Triste Venezia (rappresentanza) se Non Si Ama Più

i Musei E Le Chiese (i diritti e trasparenza) si Aprono Per Noi

ma Non Lo Sanno che Ormai Tu Non Ci Sei

com’è Triste Venezia (rappresentanza) di Sera La Laguna (i ristoranti e le cenette in forfettaria)

se Si Cerca Una Mano che Non Si Trova Più

si Fa Dell’ironia davanti A Quella Luna (al disegno di legge sindacale)

che Un Dì Ti Ha Vista Mia e Non Ti Vede Più,

addio Gabbiani (ristoranti, cenette e passeggiate a sbaffo nella forfettaria) In Volo che Un Giorno Salutaste

due Punti Neri Al Suolo addio Anche Da Lei

troppo Triste Venezia (rappresentanza) soltanto Un Anno Dopo (sentenza della corte costituzionale)

troppo Triste Venezia se Non Si Ama Più

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