Donare sempre, nonostante loro

Anche l’altro giorno sono andato a fare la mia periodica Donazione di Plasma, in quanto alterno secondo le indicazioni dei medici, le donazioni di plasma alle donazioni di sangue. Generalmente vado con mio fratello, così passiamo un po’ di tempo insieme, e così, dice lui, gli ricordo questo importante impegno civile.

Ho il mio libretto AVIS dove si annotano le donazioni strapieno, ne devo aver fatto circa 120 ed ho dovuto cambiarlo alcune volte. All’inizio donavo solo sangue, che si può solo dopo 90 giorni, e non 3 mesi come un giorno mi aveva detto un amico. Ma poi è successo che nei 3 mesi c’era febbraio, e perciò erano passati solo 89 giorni ed i medici mi hanno comunicato che non potevo effettuare la donazione perché la legge è tassativa, in quanto prevede un intervallo almeno di 90 giorni. E se per caso sarebbe successo qualcosa anche non dipendente dalla donazione, avrebbero potuto avere seri problemi.

Ho iniziato tanti anni fa, a Roma, un camion militare con una ventina di soldati in cassone si era ribaltato, e serviva tanto sangue ma c’era penuria di qualche gruppo sanguigno. Perciò i vari Comandi Militari di Roma chiesero se vi erano militari disponibili a dare il sangue per quei commilitoni. Non eravamo tantissimi ad esserci dichiarati disponibili, comunque fu l’inizio.

Da allora, con poca ed inconsapevole convinzione ho fatto le varie donazioni di sangue. Poi con gli anni ho cominciato a capire l’importanza di quel piccolo, ma importantissimo gesto, la Donazione di Sangue.

All’inizio e fino a quegli anni, da parte dell’autorità gerarchica c’era una sostanziale indifferenza (erano altri Comandanti), anche perché c’era una ben chiara e semplice regolamentazione sia della materia che delle licenze, ordinarie o straordinarie.

Due piccole storie, una molto positiva ed una abbastanza negativa, almeno le ho bene in mente. Un giorno, ero in un reparto con un Comandante oltre che intelligente, preparato sia culturalmente che linguisticamente, a cui chiesi la “cortesia” di poter portare 2-3 colleghi al giorno al Centro Trasfusionale di Treviso per effettuare solo gli esami per l’eventuale idoneità alla successiva donazione di sangue.

Questo, per gli esami di idoneità, che si possono effettuare SOLO la mattina, non è prevista la giustificazione dell’assenza per motivi sanitari o per donazione di sangue o plasma. Questo “illuminato” Comandante, quando ricevette questa mia richiesta verbale, non solo mi autorizzò, ma ordinò che, la Sua auto di servizio anziché stare parcheggiata e inutilizzata, dovesse essere messa a mia disposizione per portare i miei colleghi (2-3 alla volta) al Centro Trasfusionale per effettuare gli esami e la visita per l’eventuale idoneità alla Donazione di Sangue. Un giorno questo Comandante mi ha ringraziato, dicendomi che grazie a questa iniziativa aveva del personale controllato fisicamente (con esami del sangue e check list recenti), con meno uomini in malattia (allora c’era la leva, e non c’erano le donne in servizio), più motivati.

Purtroppo, dopo un paio di anni cambiò il comandante, ed il sostituto, tenne  a ribadire che quella macchina era solo per il comandante, e non per altri, e lui non poteva aspettare se avesse avuto un impegno improvviso. Alla mia obiezione, che una eventualità simile era accaduta solo 2 volte con il Comandante precedente, e che una volta contattatoci, gli era stato comunicato che stavamo rientrando, replicò, “allora vi aspetto all’ingresso”. Invece, un’altra volta che eravamo appena arrivati all’ospedale ci ha comunicato che ci stava inviando un’altra macchina (un piccolo pulmino) perché doveva andare urgentemente con l’auto di servizio all’alto Comando.

Questo successivo comandante, ha cominciato ad urlare e sbraitare, ed io in silenzio lo guardavo attonito. Ci sento e ci sentivo benissimo, e non capivo perché avesse bisogno di urlare. La vicenda successiva è ancora più frustrante, in quanto negli ultimi anni di servizio, un pseudo comandante, soprappeso e tabagista (credo con tutti gli esami del sangue sballati), mi urlò: “Mi sono stufato di queste sue continue e frequenti donazioni di sangue, lei lo fa solo per assentarsi. E sono sicuro che quando andrà in pensione, non lo farà più”. Frenando la mia rabbia, pacatamente gli risposi: “1- La frequenza delle possibili donazioni le prevede la legge, ovvero 90 giorni fra una donazione di sangue e la successiva, ed almeno circa 30 giorni fra una donazione di plasma ed un’altra. 2- le ricordo che anche lei potrebbe avere bisogno di sangue, perciò dovrebbe ringraziarmi anziché urlarmi, 3- lei non ha la palla di vetro, perciò non può prevedere cosa farò io appena non sarò più in servizio.”

La morale di queste righe?

– l’invito innanzitutto a chi già effettua la Donazione di Sangue o di Plasma, a perseverare in questo meritorio atto verso chi ne ha bisogno (ed anche verso sé stessi. Infatti si viene controllati ogni volta ed approfonditamente almeno una volta all’anno).

– l’invito a chi non ha mai donato il sangue di recarsi al Centro AVIS o Centro Trasfusionale dell’Ospedale più vicino per chiedere cosa si deve fare per diventare Donatore di Sangue o di Plasma (ma questo lo decidono i medici).

– l’invito a tutti coloro che portano le stellette, a sopportare (sfruttando la propria resilienza) i comandanti come il secondo esempio, tanto prima o poi (finalmente) andranno via.

– l’invito a tutti coloro che portano le stellette, a benedire ed apprezzare i Comandanti come il primo esempio, perché il buon Signore (purtroppo) non ce ne manda tanti.

Se poi si vuole sapere come e perché si può Donare Sangue portando le stellette, basta telefonare ad As. So. Di. Pro. e verrete ampiamente edotti. Anche se volete consigli ed accorgimenti per sapere che tipo di comandante avete e cosa potete fare per apprezzare o per non soccombere.

As. So. Di. Pro. in questo ha anni di esperienze.

Treviso lì 28 settembre 2019                 il Segretario Nazionale

                                                                   Vinciguerra Salvatore

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