In una lettera aperta ai primi cittadini (pubblicata integralmente sotto), il responsabile dell’Aquila dell’associazione Assodipro, Solidarietà, diritto e progresso, Ezio Di Cintio, fa notare come “sulla lotta agli incendi boschivi siamo tornati indietro di 40 anni. E a pagare sarà il Paese intero: ora con gli incendi, che sono sempre dolosi e colposi, poi quando arriveranno le piogge, con frane e alluvioni”.
L’AQUILA – “Non assecondare le manovre politiche e demagogiche di amministratori regionali e nazionali, che vogliono spostare il discorso sul post-emergenza (futuri ed improbabili rimboschimenti…) per attingere a fondi di cui solo poche briciole finiranno sui territori da voi amministrati, con una logica di spartizione clientelare e/o di appartenenza politica!”.
È la richiesta ai sindaci abruzzesi che arriva da Assodipro, associazione che da anni operare in difesa del pieno esercizio dei diritti individuali e collettivi del personale militare in servizio e in quiescenza, all’indomani dell’emergenza incendi che ha interessato l’Abruzzo.
In una lettera aperta ai primi cittadini (pubblicata integralmente sotto), il responsabile dell’Aquila dell’associazione Assodipro, Solidarietà, diritto e progresso, Ezio Di Cintio, fa notare come “sulla lotta agli incendi boschivi siamo tornati indietro di 40 anni. E a pagare sarà il Paese intero: ora con gli incendi, che sono sempre dolosi e colposi, poi quando arriveranno le piogge, con frane e alluvioni”.
Assodipro spiega anche come sia sbagliato “pensare che sia un canadair a spegnere un incendio. Un lancio d’acqua, di liquido ritardante, sicuramente serve ma solo se a terra c’è una squadra che sa fare il suo lavoro di contenimento delle fiamme e di bonifica del territorio. E invece queste squadre non ci sono più, non ci sono più i forestali”.
Giuseppe Seviroli
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